I qaedisti dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (Isis) hanno lanciato un proclama nel quale si incitano i combattenti jihadisti attivi in Siria ad “annientare” gli altri ribelli, con i quali si è scatenato un sanguinoso conflitto interno al fronte inizialmente schierato contro il regime di Assad.
Nel messaggio audio, diffuso dallo sceicco Abu Mohammed al-Adnani, si annunciano poi nuove violenze in Iraq, con l’incoraggiamento ai sunniti a “non deporre le armi” contro gli sciiti.
L’obiettivo dell’Isis è saldare le aree di confine tra Siria e Iraq in un unico emirato modificando la geografia del Medioriente e il destino dei suoi conflitti presenti e futuri. Uno scenario che agita le paure del governo iracheno e dell’opposizione siriana.
L’Isis ha sospeso temporaneamente le azioni contro il regime per concentrarsi nella guerriglia contro le altre formazioni ribelli, a partire proprio dal fronte Al Nusra che di Al Qaeda in Siria era – sino a ieri – la costola riconosciuta, seppur con un’agenda esclusivamente nazionale e disinteressata ad aggregazioni di area vasta. Al Nusra, l’Esercito libero siriano e le altre formazioni di ribelli in campo stanno così coalizzandosi per respingere le milizie dell’Isil.
Negli ultimi 4 giorni la guerra tra i ribelli anti-Assad e le milizie jihadiste. ha causato la morte di circa 3000 persone. Lo stima l’Osservatorio siriano per i diritti umani. Di questi, 46 sono civili e 99 sono esponenti dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (Isil)
Il leader del Fronte al Nusra, dal suo canto, ha chiesto alle altre milizie antigovernative presenti nel Paese e ai guerriglieri dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante “un cessate” il fuoco tra le parti. Sul suo account Twitter, l’emiro Abu Mohamed al-Jolani ha anche chiesto l’istituzione di un comitato islamico indipendente basato sulla sharia che operi da intermediario nel conflitto, al fine di coordinare al meglio le azioni di guerriglia contro Damasco
In Iraq i gruppi estremisti sunniti affiliati di al Qaida – tra cui lo Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (ISIS) – hanno iniziato a riorganizzarsi impegnandosi a lottare contemporaneamente contro i governi sciiti di Iraq e Siria. I fronti di questa battaglia che supera i confini dei due paesi sono principalmente due: quello orientale costituito dalla regione irachena di Anbar e quello occidentale costituito dalle regioni nord occidentali siriane di Idlib e Aleppo.
L’Isis ha dimostrato che le sue forze riescono a raggiungere anche aree lontane, come ad esempio il Libano. I qaedisti hanno infatti rivendicato l’esplosione di un’autobomba in un quartiere della capitale Beirut avvenuta giovedì 2 gennaio controllato dagli Hezbollah, sciita: «Siamo riusciti a violare il sistema di sicurezza del partito di Satana ed è solo l’inizio di quello che intendiamo fare» c’è scritto nel loro comunicato.