E’ morto, all’età di 75 anni, Samih al-Qasim, grande poeta della resistenza palestinese. Era uno dei più grandi interpreti della letteratura araba contemporanea, capace di scrivere versi infuocati contro la tirannia oppure di una deliziosa ironia, come quel Biglietto di viaggio in cui rivolge una splendida preghiera al suo assassino.
Reso famoso per le sue poesie di stampo nazionalistico, al-Qasim si è sempre battuto in difesa della minoranza araba in Israele fino a guadagnarsi l’appellativo di ‘poeta della resistenza’ in tutto il mondo arabo. La vita di Samih al-Qasim comincia con la Nakba del ’48, il numero da cui nascono, secondo le sue stesse parole, il suo pensiero e le sue immagini.
Influenzato dall’ideologia panaraba propugnata dall’allora presidente egiziano Gamal Abdel Nasser, al-Qasim aveva aderito nel 1967 al partito comunista israeliano Hadash. Per la sua attività politica avrebbe anche trascorso un periodo di detenzione.
Trasferitosi ad Haifa, ha collaborato con diverse pubblicazioni arabe fra cui Al-Ittihad e Al-Jadid, fino ad assumere la carica di direttore del quotidiano arabo-israeliano Kul al-Arab. Tra le raccolte di poesie più famose si ricorda ‘Versi in Galilea’, pubblicato anche in italiano. Memorabile una poesia rap dedicata a Vittorio Arrigoni, recitata con un’appassionata performance alla Fiera del libro di Torino.
(con fonte Ansa)