Onu: Israele ostacola la crescita economica palestinese


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Un rapporto delle Nazioni Unite accusa Israele di ostacolare la crescita economica nei Territori palestinesi occupati a causa delle restrizioni che impone nella zona, causando sempre più sofferenza, povertà e carenza di cibo.

Nel  rapporto preparato da un gruppo di esperti in materia di sviluppo, la Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD) ha detto che l’economia nella Striscia di Gaza e nella Cisgiordania occupata potrebbe migliorare solo se Israele consentisse il trasferimento di fondi e il movimento di persone e merci in questi territori.

Secondo l’UNCTAD, prima ancora delle recenti operazioni militari nella Striscia di Gaza, l’economia palestinese era in uno stato di collasso quasi interamente dovuto all’effetto dell’assedio israeliano che è in corso da sette anni.

Secondo il rapporto pubblicato ieri, il PIL dei territori palestinesi ha registrato un tasso di crescita del 1,5 per cento lo scorso anno rispetto al 5,9 per cento rispetto all’anno precedente. L’economia palestinese sta crescendo ad un ritmo più lento rispetto alla popolazione. Ciò ha determinato un calo del reddito pro capite.

Il tasso di disoccupazione nella Striscia di Gaza è salito al 36 per cento e al 22 per cento in Cisgiordania. Solo il 25 per cento delle famiglie ha il cibo sufficiente per i loro bisogni.

Il rapporto delle Nazioni Unite ha criticato le politiche israeliane che privano i palestinesi dallo sfruttamento delle loro risorse naturali in Cisgiordania. Più del 60 per cento del territorio della Cisgiordania è sotto il controllo israeliano. Le restrizioni israeliane dissipano più di un terzo del prodotto interno lordo dei palestinesi, ai quali viene negato l’accesso alle loro aziende, l’uso dell’acqua di irrigazione, l’estrazione e la ricchezza minerale del Mar Morto.

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