(Stefania Rizzo) – Sono 350.000 gli studenti che hanno iniziato l’anno scolastico in Siria. Si tratta di un numero record nonostante nel paese sia ancora molto difficile spostarsi e il livello di sicurezza, benché ottimale, non sia in grado di garantire l’incolumità dei giovani studenti. Altro fattore da considerare è il calo del tenore di vita in un nazione che è stata gravemente segnata da un conflitto che dura da oltre tre anni.
La spesa per ogni alunno supera le 20.000 sterline siriane (circa 110 dollari) e rappresenta un grande problema per le famiglie più povere. Il costo comprende tutto ciò di cui ha bisogno uno studente: quaderni, diari, penne, uniformi scolastiche e vestiti nuovi. I finanziamenti del Ministero dell’Istruzione dovrebbero comunque consentire a mezzo milione di studenti di fare lezione entro la prossima settimana.
Il governo ha cercato di ridurre le spese per i genitori e ha distribuito un milione di “sacchetti” per la scuola in collaborazione con l’UNICEF. Sono stati inoltre distribuiti gratuitamente 80 milioni di libri di testo per gli studenti delle scuole elementari e medie e a metà prezzo quelli per gli studenti delle scuole superiori.
Malgrado gli sforzi, sono circa tre milioni i bambine e le bambine che non potranno godere del diritto all’istruzione. Secondo le stime di Save The Children, più del 18% delle scuole siriane (3.456) sono state danneggiate, distrutte, utilizzate per scopi militari e circa 1.000 edifici sono stati occupati da sfollati. L’incremento della frequenza degli attacchi alle scuole nell’ultimo anno ha seminato il terrore nei bambini, che quindi si rifiutano di andare a scuola e anche laddove le scuole sono in spazi sicuri, sono talmente sovraffollate che non è possibile per loro iscriversi.
Prima della guerra il tasso di alfabetizzazione era oltre il 90% e la Siria spendeva quasi il 5% del suo prodotto interno lordo annuale nell’istruzione. A quattro anni dall’inizio del conflitto, la Siria ora ha il secondo tasso peggiore di istruzione al mondo, arrivando in alcune aree come quella di Aleppo ad appena il 6% di bambini che frequentano la scuola. I tassi di abbandono scolastico nei campi profughi e nelle aree a forte densità di sfollati è addirittura due volte più alta che in altre aree.
All’interno del Paese, le scuole e le strade che i bambini devono percorrere per raggiungerle sono in prima linea e mettono in costante pericolo la loro vita e quella degli insegnanti. Le scuole sono attualmente tra i luoghi più pericolosi della Siria, assomigliano alle caserme o a basi militari. E’ il prezzo della guerra. Le finestre spesso sono dotate di sbarre di metallo e gli edifici sembrano tutto fuorché luoghi dove ospitare ragazzi e fare lezione. Nei parco giochi mancano molti pezzi e gli spazi comuni all’aperto sono fatiscenti e spesso inutilizzabili. Le aule sono sovraffollate, per gli insegnanti è molto difficile mantenere l’ordine in classe e avere l’attenzione che meritano. Insomma, la vita negli edifici scolastici non è delle migliori ma questo non ferma il sistema dell’istruzione in Siria.
Il Ministero dell’Istruzione ha istituito corsi per gli studenti che non hanno partecipato alle lezioni per due mesi. Al termine dei corsi i ragazzi hanno sostenuto un test per accedere al nuovo anno scolastico. Il ministero non ha chiesto la presentazione di documenti di identificazione per determinare la classe di appartenenza. Per i ragazzi che hanno perso l’anno scolastico il Governo ha comunque aggiunto nuove classi. L’obiettivo è quello di non lasciare nessuno a terra nonostante la guerra abbia indebolito il sistema dell’istruzione nazionale.
L’aumento degli studenti orfani è un ulteriore problema perché senza una famiglia alle spalle è il sistema pubblico che si deve far carico della loro istruzione. Molte famiglie hanno dovuto lasciare tutto, spesso hanno abbandonato le loro case, quasi sempre distrutte, per andare in luoghi più sicuri dove far studiare i figli. Anche in questo caso lo Stato dovrà farsi carico di sopportare le spese per lo studio di questi ragazzi più sfortunati.
Gli insegnanti spesso sono chiamati a fornire un supporto psicologico a questi ragazzi, molti dei quali hanno perso almeno un genitore in guerra. Insegnanti che a loro volta devono sopportare il peso dei loro problemi professionali e personali. La scuola ai tempi della guerra è questo e tanto altro ancora. La consapevolezza di tutti è che essa non solo unisca tutti i siriani ma che svolga ancora un ruolo sociale positivo nella vita di tutti.