(Francesco Gori) – Israele continua a tenere la Striscia di Gaza sotto assedio e questo impedisce qualsiasi passo concreto verso la ricostruzione. La denuncia arriva dal ministro palestinese Jamal Al-Kadri – Presidente del Comitato Pubblico contro il blocco di Gaza – che accusa lo Stato Ebraico di bloccare tutti i fondi per rimettere in piedi un’economia distrutta dagli attacchi della scorsa estate.
In un comunicato stampa, Al-Kadri ha detto che, benché siano stati recentemente raccolti 5 miliardi di dollari, gli abitanti di Gaza stanno ancora aspettando le misure da adottare sul terreno.
L’esponente palestinese ha dunque invitato la comunità internazionale, così come l’Egitto e la Norvegia, che hanno sponsorizzato la conferenza che ha permesso di raccogliere i fondi, ad adottare ogni misura possibile per porre fine al blocco di Gaza.
Per questa ragione, denuncia Al-Kadri, bisogna sbloccare tutti i materiali, il denaro e le risorse che la comunità internazionale ha donato e che si trovano “nelle mani dell’occupazione israeliana, che controlla la circolazione delle merci da e verso Gaza”. Secondo il ministro il blocco imposto da Israele limita i movimenti degli abitanti di Gaza e, a sua volta, crea un’ambiente instabile.
Jamal Al-Kadri ha dunque chiesto all’Egitto di consentire l’ingresso di materiali da costruzione attraverso il confine di Rafah come ha fatto in passato e ha esortato il governo del Cairo a non “collegare questa esigenza con eventuali altri disaccordi politici”.
Il ministro ha infine chiesto al Consiglio di Sicurezza dell’Onu di adottare misure concrete contro il blocco di Gaza e di avviare la ricostruzione della Striscia in modo di dare un senso di stabilità e calma nella regione.