Sono cessati, dopo quattro giorni di intensi combattimenti, gli scontri nella città di Tripoli e nel nord del Libano tra l’esercito e miliziani armati del Fronte al Nusra, braccio siriano di al-Qaeda, dello Stato islamico dell’Iraq e della Siria (ISIS) e di altri gruppi estremisti locali. I terroristi si sono divisi in due gruppi: uno ha preso la direzione della periferia di Danniyeh, mentre l’altro ha mantenuto le posizioni a Tripoli. In città si respira un’aria surreale, con una calma apparente che può essere rotta da un momento all’altro da nuovi scontri. L’esercito ha subito gravi perdite.
Il comandante dell’esercito libanese, il generale Jean Kahwaji, dopo l’ incontro con il primo ministro Tammam Salam, alla presenza dei Ministri della difesa, dell’interno e della giustizia, e di altri funzionari della sicurezza, ha affermato che l’esercito era pronto a portare avanti l’operazione fino alla definitiva sconfitta dei miliziani armati sunniti. Resta il fatto che lunedì scorso l’attività militare è cessata solo dopo due ore di battaglia. Secondo alcuni sarebbe stato raggiunto un accordo sul cessate il fuoco che l’esercito però ha categoricamente smentito.
Una fonte vicina ai ministri appartenenti alla coalizione 14 marzo ha negato che il Movimento Futuro abbia lavorato per trovare un compromesso tra i miliziani armati e l’esercito. L’esercito libanese, secondo la fonte, avrebbe preso liberamente la decisione di porre fine alla battaglia contro i terroristi. La decisione di fermare l’operazione militare è probabilmente legata a uno di questi due scenari: a) l’esercito si è reso conto che dopo quattro giorni di battaglia aveva raggiunto il massimo possibile, salvaguardando così la vita dei civili e le loro proprietà; b) il comando dell’esercito è convinto di aver raggiunto tutti gli obiettivi militari dell’operazione.
Una cosa è certa: per l’esercito libanese si è conclusa una battaglia, ma la guerra contro il terrorismo nel nord del Libano è ben lungi dall’essere terminata.
Come riporta il sito inglese del quotidiano libanese Al – Akhbar, i media e numerosi esponenti politici di Tripoli hanno annunciato che le operazioni militari si erano concluse e che i militanti erano semplicemente “scomparsi” dalle strade. L’annuncio del cessate il fuoco è giunto prima da Najib Mikati, ex primo ministro del Libano, e poi da alcuni esponenti del Movimento del Futuro, in particolare dal ministro della Giustizia Ashraf Rifi.
Sarebbe stato lui, secondo alcuni, a proporre la tregua che avrebbe fatto cessare gli scontri nel quartiere di Bab al-Tabbaneh, facendo così ritirare i miliziani armati di al- Nusra e dell’ISIS. Si parla di 150 miliziani: i gruppi più grandi erano sotto il comando di Shadi Mawlawi, Osama Mansour, e Omar Mikati (Abu Hurreira). La reazione dell’esercito ha comunque prodotto un risultato: il tentativo da parte di al-Nusra e dell’ISIS di trovare un porto marittimo accessibile è stata molto probabilmente abbandonata.
Secondo quanto riporta Al-Akhbar, l‘esercito si prepara a eliminare i terroristi dalle aree tra Miniya e Akkar, dove lo sceicco Khaled Hablas e i suoi seguaci si sarebbero rifugiati. Dopo l’intensificarsi dei bombardamenti dell’esercito, un certo numero di miliziani sunniti si sarebbero rasati la barba e avrebbero dismesso la tenuta da combattimento con l’intenzione di muoversi a Bab al-Tabbaneh come normali civili. Molti miliziani sunniti sono stati arrestati dall’esercito mentre cercavano di fuggire da Bab al-Tabbaneh. Per quanto riguarda Shadi Mawlawi, Osama Mansour e Omar Mikati – i più ricercati – si pensa che possano essere ancora nascosti nella loro roccaforte a Tripoli.