(Claudia Milia) – Il Governo colombiano e i guerriglieri delle Forza Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC) hanno deciso di riaprire il dialogo per cercare di rilanciare il processo di pace. La decisione è stata presa nel corso di un incontro all’Avana, capitale di Cuba. Le delegazioni del governo e delle FARC erano guidate da Humberto de la Calle e Ivan Marquez.
La Colombia aveva sospeso i negoziati di pace dopo il rapimento da parte delle Farc, il 16 novembre scorso, di un generale dell’esercito colombiano, Rubén Alzate, e di due suoi compagni. Questi ultimi erano stati rilasciati dopo due giorni, mentre il generale è stato liberato il 30 novembre. Cinque giorni prima, le FARC, il più grande gruppo di guerriglia del paese, avevano liberato altri due soldati catturati in un’altra zona.
Riprende così un processo di pace che, per anni, è andato avanti lentamente. Dopo la liberazione, il generale Rubén Alzate si è ritirato dall’esercito. Il militare ha ammesso di aver fatto un errore di valutazione nell’avventurarsi, senza scorta, in una zona della giungla controllata dai guerriglieri. Alzate è il militare con la più alta carica finito nelle mani delle FARC in mezzo secolo di conflitto armato.
“Gli ultimi avvenimenti, che dimostrano la forza del processo e la capacità di superare gli ostacoli, dovrebbe indurci a fare un passo in avanti”, ha dichiarato De la Calle, rappresentante del governo, commentando un incontro che si è svolto a porte chiuse.
Per riprendere i negoziati, il presidente Juan Manuel Santos aveva chiesto la liberazione del generale e dei suoi compagni, l’avvocato Gloria Urrego e il caporale Jorge Rodríguez. Un appello accolto dalle FARC che li ha consegnati ai delegati del Comitato Internazionale della Croce Rossa e dei garanti del processo di pace. “Non credo che il caso del generale abbia lasciato gravi ferite nel tavolo delle trattative”, ha affermato Santos nel corso di un’intervista alla radio RCN. .
Entrambe le parti, ha sottolineato il quotidiano La Jornada, hanno ripreso le trattative con recriminazioni reciproche. Per Iván Márquez, capo delegazione delle FARC, “il governo ha rotto il ponte di fiducia con il nostro movimento”. Il leader guerrigliero ha proposto di “blindare” il processo di pace concordando un “armistizio”, rilanciando così una vecchia proposta che le FARC fecero a partire dalle negoziazioni dell’Avana il 19 novembre del 2012.
Quello tra il governo colombiano e le FARC è il più antico conflitto armato in America Latina e ha causato 220 mila morti e 5.3 milioni di sfollati.