Onu: costanti relazioni tra Israele e ribelli siriani


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Israele intrattiene da mesi costanti e regolari contatti con gruppi militanti di ribelli siriani che combattono contro il regime del presidente Bashar al Assad. Lo afferma un recente rapporto delle Nazioni Unite, ripreso da numerosi siti online, compreso quello del quotidiano israeliano Haaretz. Le Forze di Disimpegno degli Osservatori delle Nazioni Unite (Undof) spiegano che ufficiali israeliani e terroristi sostenuti dall’estero “hanno collaborato direttamente” lungo il confine siriano negli ultimi 18 mesi.

Nel rapporto i peacekeeper dell’Undof hanno anche segnalato di aver visto i soldati israeliani “aprire il confine e far entrare persone” oltre a miliziani feriti che sono stati ricoverati negli ospedali di Safed e Nahariya.

“L’Undof – si legge nel rapporto – ha visto almeno dieci persone ferite trasportate da uomini armati dell’opposizione (siriana) attraverso la zona del cessate il fuoco. E ha anche identificato soldati della parte israeliana mentre consegnavano in territorio siriano due casse a miliziani dell’opposizione siriana armata”.

ISRAELE E AL QAEDA – In un articolo pubblicato dal Washington Institute for Near East Policy, il commentatore politico israeliano Ehud Yaari ha recentemente descritto la “tregua non dichiarata” che regna tra lo stato ebraico e i terroristi di al-Qa’eda sottolineando come, finora, i jihadisti non abbiano mai attaccato l’esercito israeliano. “I quadri di an-Nusra preferiscono mantenere una collaborazione libera dettata dal momento con altre fazioni ribelle. Così fa anche con Israele”. Di conseguenza – aggiunge Yaari – lo stato ebraico non tenterà per ora di “distruggere la forza militare” degli affiliati di al-Qa’eda. Secondo alcuni fonti militari, inoltre, alcuni esponenti dell’opposizione siriana avrebbero frequenti segreti incontri con le forze armate di Tel Aviv nella città israeliana di Tiberiade.

ASSISTENZA SANITARIA AI TERRORISTI – Tel Aviv in questi tre anni e mezzo di guerra civile ha spesso fornito assistenza sanitaria ai combattenti anti Assad. Sono infatti almeno 400 le persone provenienti dalla Siria curate nella cittadina settentrionale israeliana di Nahariya da quando è iniziato il conflitto in Siria. Centinaia sono stati anche i pazienti siriani a Safad (Galilea). Sull’identità dei ricoverati le autorità israeliane mantengono il massimo riservo. Stando però a quanto riferisce anche la stampa locale, molti dei ricoverati sono combattenti dell’opposizione siriana.

RAID AEREI DI ISRAELE A DAMASCO – Intanto le autorità siriane hanno accusato Israele di aver condotto due raid aerei sabato 7 dicembre  contro obiettivi in territorio siriano, non lontano dalla capitale Damasco. Israele non ha confermato né smentito la notizia. Il quotidiano israeliano Jerusalem Post ha invece citato fonti anonime sostenendo che a essere stati colpiti sarebbero dei depositi di armi pesanti provenienti dall’Iran e destinate a essere consegnate agli Hezbollah libanesi. Anche la CNN ha raccolto informazioni simili: “Israele ha colpito missili ed equipaggiamenti che avrebbero dovuto essere consegnati agli Hezbollah in Libano”.

“Il nemico israeliano ha attaccato la Siria prendendo come obiettivo due regioni messe in sicurezza della provincia di Damasco: il settore di Dimas e quello dell’aeroporto internazionale di Damasco” ha dichiarato la tv siriana . Abitanti dell’area hanno affermato di aver udito numerose esplosioni. Non ci sarebbero vittime. “Questa aggressione dimostra il coinvolgimento diretto di Israele nel sostenere il terrorismo in Siria, insieme ad altri Paesi occidentali e a Paesi della regione” ha accusato.

LA SIRIA SCRIVE ALL’ONU – Il Ministero degli Affari Esteri e degli Espatriati ha trasmesso due lettere identiche al Segretario generale delle Nazioni Unite e al Presidente del Consiglio di Sicurezza per condannare “l’aggressione” israeliana in territorio siriano. Il Ministero ha aggiunto: “Questa aggressione dimostra il sostegno diretto del regime israeliano ai terroristi e alle loro organizzazioni in Siria”, in particolare Jabhat al-Nusra, precisando che tali attacchi “non scoraggeranno le forze siriane dal continuare a combattere il terrorismo in tutte le sue forme e tipologie e con tutti gli strumenti disponibili in tutto il territorio siriano”.

Mettendo in guardia contro le conseguenze dell’aggressione israeliana e dei rischi per la pace e la sicurezza nella regione e nel mondo, il governo di Damasco ha invitato la comunità e il Consiglio di sicurezza a “condannare questa brutale e palese aggressione con tutta la forza e a imporre sanzioni dissuasive contro Israele, che non ha nascosto il suo sostegno al terrorismo, così come le sue intenzioni premeditate contro la Siria e a prendere tutte le misure previste dalla Carta delle Nazioni Unite per prevenire il ripetersi di simili attacchi israeliani”.

 

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