(Francesco Gori) – Yasser Mohamed Tayeb, pizzaiolo nato ad Aleppo e residente in provincia di Bologna, è uno dei contatti che Greta Ramelli e Vanessa Marzullo hanno utilizzato per raggiungere la Siria dove, secondo le intercettazione effettuate a partire da aprile del 2014, dovevano consegnare kit di primo soccorso ai combattenti dell’Esercito Libero Siriano, raggruppamento oramai allo sbando sotto le cui insegne sono presenti moltissimi estremisti islamici.
Yasser Mohamed Tayeb, che giura di non avere nulla a che fare con il terrorismo jihadista e di non avere neppure simpatie per i gruppi radicali che combattono nel suo paese, da mesi è tenuto sotto osservazione dalle forze dell’ordine italiane.
Nel corso delle intercettazioni, come ha rivelato il Fatto Quotidiano, è emerso che il pizzaiolo era in contatto con una tale Stefania C., che su Facebook è presente con il nickname Tytty, appartenente alla struttura inglese dell’Agenzia Onu per i rifugiati, che avrebbe aiutato amici e parenti Yasser Mohamed Tayeb, tutti profughi siriani anti Assad, a uscire illegalmente dall’Italia per recarsi in Svezia. Gli inquirenti sospettano che ci sia un vero e proprio traffico di profughi che dalla Siria – attraverso l’Italia – arrivi nel Nord Europa.
Sempre secondo l’antiterrorismo, il pizzaiolo farebbe parte di un gruppo di siriani nel bolognese che svolgono, come è emerso dalle intercettazioni, “attività di supporto ai combattenti operanti in Siria, contraddistinti da un’ideologia jihadista”. Queste sono le esatte parole che il Ros dei Carabinieri utilizza nella sua informativa.
Anche attraverso questi contatti, Vanessa e Greta sarebbero partiti per la Siria per dare supporto alla Rivoluzione e consegnare aiuti medici ai combattenti.
Tytty si difende: “Non ho commesso nessun reato, ho solo suggerito il modo migliore per uscire dall’Italia. Ho dato consigli che danno tutti gli operatori di volontariato”. O forse no, visto che tra i suoi consigli c’è proprio quello di strappare tutte le carte che riguardavano l’Italia. E questo per il nostro paese è un reato. Per questa ragione è finita sotto osservazione del Ros.
Un’altra bugia: ha detto di essere una collaboratrice volontaria dell’Alto Commissariato Onu per i rifugiati ma la portavoce Carlotta Sami ha smentito: “Il suo nome non c’è tra i nostri collaboratori, né in Italia né in Inghilterra”.
Che cosa nasconde Tytty? Chi è realmente questa donna di 39 anni che dice di essere un’operatrice umanitaria? Ed è lei ad aver invitato Yasser Mohammed a cancellare su Facebook un post sul sequestro di Greta a Vanessa molte ore prima che la notizia venisse resa pubblica? Come facevano a saperlo in anticipo? Erano in contatto con i sequestratori?
Tutte domande a cui l’attività investigativa del Ros tenta da mesi di dare una risposta.
Fonti: Il Fatto Quotidiano, Ansa.