(Francesco Gori) – Chi è veramente Tytty, la donna che dice di essere un’operatrice umanitaria, finita nelle intercettazione del Ros mentre parlava con Yasser Mohamed Tayeb, il pizzaiolo nato ad Aleppo e residente in provincia di Bologna, che Greta Ramelli e Vanessa Marzullo avrebbero utilizzato come contatto per raggiungere la Siria?
Ed è vero che esiste un gruppo di siriani nel bolognese che svolgono, come afferma il Ros dei Carabinieri in una sua informativa, “attività di supporto ai combattenti operanti in Siria, contraddistinti da un’ideologia jihadista”?
L’unica risposta che fino a oggi si può dare è che non ci sono formalmente degli indagati, anche se tutti i soggetti sono da tempo “sotto osservazione” dell’Antiterrorismo.
Particolarmente interessante è la figura di Tytty, una milanese di 39 anni che afferma di essere un’operatrice umanitaria e persino una collaboratrice della struttura inglese dell’Agenzia Onu per i rifugiati. L’organizzazione smentisce di avere mai avuto rapporti con lei. Il suo nome non figura in nessun elenco.
Il suo nome non è del tutto nuovo: la stampa israeliana e una parte del mondo palestinese (e il fatto di per sè è rilevante) la considera una sorta di infiltrata, a stretto contatto con i gruppi che in Italia supportano l’opposizione armata siriana. Tytty entra ed esce dalla Siria con una certa facilità. Ha viaggiato per diverse città, prima di stabilirsi nel campo profughi palestinese di Yarmouk.
A Yarmouk, dove è stata particolarmente attiva, ci sono stati scontri pesantissimi tra le varie fazioni palestinesi, alcune sostenute dall’esercito arabo siriano e altre dai gruppi ribelli, anche di matrice jhiadista, come il Fronte al Nusra. All’attenzione delle forze dell’ordine italiane ci sono i suoi rapporti con l’opposizione armata siriana con la quale dice di essere solidale. Proprio da lì avrebbe pubblicato dei rapporti, all’interno di un appartamento del campo, “sotto la protezione e la tutela delle bande armate che hanno imperversato dentro Yarmuk”.
Una parte del mondo palestinese la considera una sorta di spia. A Yarmuk avrebbe raccolto informazioni sul campo e la popolazione presentandosi come una “giornalista straniera”. Dunque non più un’operatrice umanitaria ma una reporter. Come una novella Zelig, Tytty è tutto e niente. Nel suo profilo Facebook c’è una foto che la mostra con le ragazze rapite in Siria, anche loro vicine ai ribelli armati, ai quali, stando alle intercettazioni del Ros, volevano portare dei kit di pronto soccorso. Ribelli non moderati ma pericolosi estremisti, responsabili di atroci crimini nella zona di Aleppo.
Questo retroterra italiano della rivoluzione siriana preoccupa fortemente l’Antiterrorismo che, in qualche modo, considera certi personaggi legati, forse non casualmente, al rapimento di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo.