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Almeno 21 persone sono rimaste uccise da colpi di mortaio lanciati dai ribelli sui quartieri pro-Assad ad Aleppo, nel nord della Siria. Lo riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani. “I lanci hanno preso di mira dei quartieri controllati dall’esercito arabo siriano, di cui alcuni situati nella Città vecchia, dove i ribelli tentano di avanzare. Ci sono almeno 21 morti e una cinquantina di feriti”, sostiene l’ong basata a Londra. Secondo altre fonti, i “terroristi” hanno fatto saltare in aria una rete di tunnel scavati sotto la Camera dell’Industria, nei pressi del castello di Aleppo, provocando almeno 23 morti, decine di feriti e ingenti danni materiali.
E una troupe della Bbc, prima emittente straniera a visitare la città nel corso del 2014, ha constatato che Aleppo è letteralmente devastata.
Una strage che, purtroppo, non ferma l’approvvigionamento di armi ai ribelli. Infatti sono già operativi i missili anti-tank BGM-71 di marca statunitense forniti a un gruppo di ribelli siriani nella regione settentrionale di Idlib. Lo ha constatato un cronista del Washington Post nel villaggio di Khan al-Subul. Si tratta “della prima fornitura di armi avanzate ai ribelli”, fornite “dal gruppo degli amici della Siria ma con il consenso di Washington”. Tra le condizioni poste ai ribelli per la fornitura, quello di non vendere per nessuna ragione le armi ricevute.