Stati Uniti e Iran stanno considerando un’ipotesi di accordo in base al quale la capacità iraniana di produrre materiale per realizzare la bomba atomica venga congelata per almeno dieci anni, sotto la supervisione internazionale, per poi essere progressivamente ripristinata, attraverso limiti meno stringenti all’arricchimento dell’uranio. Lo riferisce il Wall Street Journal, notando che si tratta di un’ipotesi di compromesso ben più vicina alle richieste avanzate da Teheran, che nei negoziati ha sempre insistito per un ‘congelamentò non superiore ai dieci anni, mentre gli Usa erano partiti da un termine di 20 anni.
In particolare, gli Usa hanno a loro volta insistito per stabilire le condizioni per porre all’Iran, durante il ‘congelamentò, un limite di almeno 12 mesi necessari per produrre il materiale necessario per realizzare la bomba, – definito ai negoziati come un periodo di ‘breakout’. «Abbiamo sempre detto che avremo un breakout di un anno per un numero a doppia cifra di anni, ed è ancora così», ha detto un alto funzionario al Wsj. Una indicazione che lascia intendere un minimo di dieci anni, nota il giornale, aggiungendo la fonte si è rifiutata di fornire dettagli, ma alla domanda se l’Iran dovrebbe accettare il breakout per l’intera durata dell’accordo ha lasciato intendere che qusto potrebbe non essere più necessario.
Dopo un round di quattro giorni conclusosi ieri, i negoziati tra Iran e il cosiddetto gruppo dei 5+1 (Usa, Russia, Cian, Francia, Gran Bretagna e Germania) riprenderanno il 2 marzo a Ginevra, con lo scopo di arrivare ad un intesa di politica entro marzo e ad un accordo entro la scadenza fissata al 30 giugno.