La Commissione per i diritti umani del Pakistan (Hrcp) e la famiglia di un giovane pachistano che deve essere impiccato la settimana prossima a Karachi hanno rivolto un pressante appello al governo affinchè intervenga per fermare l’applicazione della sentenza. Lo riferisce oggi GEO Tv.
Shafqat Hussain, che oggi ha 23 anni, è stato condannato a morte da un tribunale quando ne aveva 14 per aver ammesso, in una confessione poi ritrattata, di avere ucciso un bambino di sette anni. In un comunicato la Hrcp sostiene che l’ordinanza che fissa la data dell’impiccagione per il 19 marzo è in contrasto con una decisione presa in gennaio dal ministero dell’Interno di svolgere una nuova inchiesta sull’omicidio per cui Hussain è stato condannato. Tale inchiesta non è stata ancora svolta, ha ricordato la Commissione, e nonostante ciò un giudice ha dato il via libera all’esecuzione della pena.
Oltretutto, si dice ancora, la condanna stabilita allora è in violazione degli obblighi del Pakistan quale firmatario della Convenzione sui Diritti del bambino che proibisce di imporre la pena capitale a persone di età inferiore ai 18 anni. La madre del condannato, Makhni Begum, in interviste telefoniche dal Kashmir dove risiede, si è unita alla richiesta di sospensione dell’esecuzione sostenendo che «mio figlio è innocente».