Siria. Dopo le aperture di Kerry, Assad rimane cauto: attendiamo azioni concrete dagli Usa


0 Condivisioni

 

All’indomani della dichiarazione del Segretario di Stato USA, John Kerry, alla CBS, secondo il quale sarebbe auspicabile negoziare con Damasco per porre fine al conflitto nel paese, è giunta la replica del Presidente siriano Bashar Al Assad, il quale ha precisato: «Attendiamo azioni concrete dagli USA». Lo riporta l’emittente televisiva al-Alam News.

Il portavoce del sottosegretario di Stato americano ha voluto precisare meglio le dichiarazioni di Kerry, ribadendo che la politica di Washington è rimasta invariata e Assad non ha alcun ruolo nel futuro della Siria.

A Damasco, intanto, i media locali, ritengono che le osservazioni di Kerry rappresentino un rovesciamento della politica degli Stati Uniti. «Stiamo ancora ascoltando i commenti e dobbiamo aspettare per le prossime mosse, poi decideremo», ha dichiarato Assad ad una Tv iraniana.

Tra cauto ottimismo e diffidenza, la popolazione della capitale siriana dice di non fidarsi di Obama al quale attribuisce la responsabilità di aver fomentato una guerra che ha creato oltre 200mila morti e quasi 4 milioni di profughi. Una diffidenza che è possibile leggere anche nelle dichiarazioni di molti analisti e osservatori politici, molti dei quali si dicono scettici di un possibile negoziato tra la Casa Bianca e il governo di Damasco.

Una presa di posizione autorevole arriva dall’Arcivescovo Jacques Behnan Hindo, a capo dell’arcieparchia siro-cattolica di Hassakè-Nisibi, che all’Agenzia Fides ha dichiarato: “La disponibilità dell’Amministrazione Usa a trattare con il regime siriano di Bashar al Assad è una opzione che si doveva imboccare già da tempo e a questo punto rappresenta una scelta obbligata, se davvero si vuole cercare una via d’uscita da questa tragedia iniziata quattro anni fa”.

Secondo l’Arcivescovo siro-cattolico, tutto potrà dipendere dal modo con cui verrà prospettata la via negoziale da parte degli Usa e degli altri attori geopolitici. “Prima di tutto – sottolinea Mons. Hindo – una proposta concreta di negoziato deve essere posta sul tavolo in tempi brevi. In caso contrario, vorrà dire che si sta prendendo solo tempo, credendo così di favorire l’ulteriore indebolimento dell’esercito siriano, che in realtà sta guadagnando terreno su tutti i vari fronti”. Infine, a giudizio dell’Arcivescovo Hindo, eventuali trattative potranno partire “solo se si eviterà di porre pre-condizioni stupide e provocatorie all’interlocutore.

0 Condivisioni