Un magistrato turco ha deciso di respingere la querela presentata dal presidente turco Recep Tayyip Erdoğan per presunte ‘minacce’ contro la madre di uno dei giovani manifestanti uccisi dalla polizia durante le grandi proteste di Gezi Park nel 2013, riferisce la stampa di Ankara. Il magistrato, scrive Hurriyet online, citando l’avvocato di Hatice Comert, ha ritenuto che le parole della donna contro Erdoğan («non abbia nemmeno un sudario quando morirà») non costituiscano una minaccia, bensì una «preghiera». La mamma del ragazzo rischiava una condanna fino a due anni di carcere in base all’articolo 106 del codice penale turco.
Abdullah Comert fu ucciso ad Antiochia il 4 giugno 2013 da un candelotto lacrimogeno sparato a tiro teso ad altezza d’uomo dalla polizia che lo aveva colpito alla testa. L’allora premier islamico nel 2013 aveva reagito con pugno di ferro alle grandi manifestazioni per la democrazia di milioni di giovani turchi. La dura repressione della protesta aveva fatto 8 morti e più di 8mila feriti fra i manifestanti. Migliaia gli arresti. Il fratello del ragazzo ucciso nel 2013, Adnan Comert, riferisce Zaman online, ha reagito alla querela del presidente affermando che è «davvero divertente: una signora di 60 anni minaccia Erdoğan che è protetto da 1.500 guardie».
Da dicembre più di 100 persone fra cui giornalisti, studenti, intellettuali, e perfino una ex-Miss Turchia sono state arrestate o incriminate per presunte ‘offese’ al presidente islamico turco. Per l’opposizione, che accusa Erdoğan di imporre una stretta autoritaria e islamica al paese, il presidente cerca cosi di intimidire e mettere a tacere le voci critiche prima delle cruciali elezioni politiche del 7 giugno.