Elezioni Israele, ecco i seggi definitivi. Obama non si congratula con Netanyahu


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Nel computo finale dei posti nella prossima Knesset assegnati in base al voto del 17 marzo, la ‘Lista Araba Unità scende da 14 a 13 seggi, restando comunque la terza forza presente in parlamento, dopo il ‘Likud’ e ‘Campo sionistà. Il partito di sinistra Meretz sale di un seggio, passando da 4 a 5, mentre perde 1 posto il partito religioso ‘Torah Unità che si assesta a 6 seggi. La percentuale finale del voto è stata del 72,31%, la più alta. Questa la ripartizione definitiva: 1) Likud, 30 seggi; 2) Campo sionista, 24 seggi; 3) Lista Araba Unita, 13 seggi; 4) Yesh Atid, 11 seggi; 5) Kulanu, 10 seggi; 6) Focolare ebraico, 8 seggi; 7) Shas, 7 seggi; 8) Torah Unita, 6 seggi; 9) Israele casa nostra, 6 seggi; 10) Meretz, 5 seggi.

OBAMA NON CHIAMA NETANYAHU – Intanto si fa sempre più profondo il solco tra l’amministrazione Obama e Benjamin Netanyahu. Una distanza ben sintetizzata dalle parole del portavoce Josh Earnest: il segretario di stato John Kerry ha chiamato il leader del Likud per congratularsi. Il presidente no: “Lo farà nei prossimi giorni”. Obama, secondo indiscrezioni, aspetta di vedere quale governo di coalizione sarà formato. La Casa Bianca, ingannata dai sondaggi, sperava in una svolta alla guida di Israele in grado di rilanciare le relazioni tra i due alleati e il processo di pace in Medio Oriente, puntando in particolare sullo storico accordo con l’Iran. la sorprendete rimonta di Natanyahu ha scompaginato i piani del presidente degli Stati Uniti che ha dovuto ingoiare l’ennesimo boccone amaro in politica estera, anche perchè è chiaro che sino a quando ci sarà il lader del Likud alla guida del paese non nascerà alcuno stato palestinese e sarà complicato trovare un accordo con Teheran. Secondo il Wall Street Journal comunque “la vittoria di Netanyahu non avrà alcun impatto sui negoziati per raggiungere un accordo sul programma nucleare dell’Iran”. Quello che si profila, evidenzia il giornale americano, è un muro contro muro che rischia di logorare ancor di più le relazioni che gli Usa hanno con il loro principale alleato in Medio Oriente.

OLP E HAMAS CONTRO IL LEADER DEL LIKUD – L’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp) ha commentato con durezza e preoccupazione la vittoria di Netanyahu: Israele “ha scelto la via dell’occupazione e della colonizzazione e non del negoziato e del collaborazione”, ha dichiarato Yasser Abed Rabbo, segretario generale dell’Olp. Durissimo anche il commento di Hamas: “Terroristi Netanyahu e chi lo ha votato”, ha detto Izzat al-Rishq, esponente di Hamas. “La vittoria di Benjamin Netanyahu indica che la società sionista tende sempre più verso l’estremismo”, ha detto Rishq, prevedendo un “prossimo collasso del cosiddetto ‘processo di pace’ alla luce della vittoria di Netanyahu”. Questo “confermerà che la resistenza in tutte le sue forme, prima fra tutte quella armata, è il metodo giusto”, aggiunge Rishq, sottolineando che Hamas “va avanti con il suo progetto di resistenza, a prescindere dal terrorista che guiderà il governo d’occupazione”.

CONGRATULAZIONE DI RENZI E BERLUSCONI – Il Presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi, ha espresso in un colloquio telefonico a Benjamin Netanyahu le sue congratulazioni per la vittoria elettorale in Israele. Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, in una nota ha affermato: “Il successo di Benjamin Netanyahu alle elezioni in Israele è per noi un’ottima notizia. Premia il coraggio e la determinazione del premier israeliano nel difendere le ragioni della sicurezza del suo paese contro il terrorismo e i pericoli dell’estremismo islamico. Ma premia anche la sua politica economica liberale, che ha fatto di Israele il ‘paese delle start up’, favorendo la crescita economica e tecnologica dello Stato ebraico. Mi congratulo con il Primo Ministro e con tutto il popolo israeliano, di tutte le opinioni politiche e di tutte le appartenenze etniche e religiose, che ieri ha vissuto una grande giornata di democrazia e di libertà. Ci piace confermare ancora una volta che Israele è parte essenziale del nostro mondo, del mondo occidentale, e la sua sicurezza è per noi una assoluta priorità”.

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