Cerimonia di saluto della Brigata aeromobile ‘Friuli’, in partenza per l’operazione Onu ‘Leonte 18’ che, dal 13 aprile, sarà nel sud del Libano per sei mesi. I militari italiani arrivano nel paese dei cedri in momento particolarmente difficile, con tensioni regionali altissime, in particolare nell’area compresa tra Siria, Libano e Israele, con la presenza di gruppi jihadisti – in particolare al Nusra – che dal confine minacciano la sicurezza nazionale e i fragili equilibri nella zona.
In più c’è l’acuirsi delle tensioni tra il movimento sciita Hezbollah e i soldati israeliani, sfociato nelle scorse settimane in un scontro che ha provocato, per mano dell’esercito di Tel Aviv, la morte di un casco blu delle Nazioni Unite
Il comandante della brigata dell’Esercito italiano, generale Salvatore Cuoci, alla guida dell’aeromobile Friuli da settembre scorso, alla presenza di autorità civili e militari ha presentato al generale Flaviano Godio, comandante della Divisione Friuli, i reparti che comporranno la Joint Task Force Lebanon.
A prendere parte alla missione di pacificazione e stabilizzazione voluta dalle Nazioni unite saranno il 4/o Reggimento ‘Genova Cavalleria’, che con le unità del 66/o Reggimento aeromobile ‘Triestè formerà l’Italbatt, e il Reggimento logistico e il Reparto comando e supporti tattici ‘Friulì, che comporranno rispettivamente il Combat Service Support Battalion e il Combat Support Battalion.
La Sector Mobile Reserve verrà invece affidata al 2/o Reggimento ‘Piemonte Cavalleria’. «Siamo onorati – ha sottolineato il generale Cuoci – di essere stati chiamati a intervenire, ancora una volta, in Libano. Sappiamo di avere dalla nostra parte la preparazione professionale e l’affetto di tutti gli italiani». La Brigata aeromobile Friuli sarà nella terra dei cedri per la terza volta, dopo le operazioni ‘Leonte 7’ (dal 6 novembre al 6 maggio 2009) e ‘Leonte 13’ (dal 13 novembre 2012 al 13 maggio 2013). Negli anni scorsi è stata impegnata anche in Afghanistan, Iraq, Bosnia-Erzegovina e Albania.
Sono 1100 i militari italiani impegnati nella missione Unifil in Libano. In totale partecipano 10mila soldati provenienti da 37 Paesi. L’impegno di Roma in Libano è definito dalle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu, numero 425 del 1978, numero 1701 del 2006 e numero 1832 del 2008. Compito dell’Italia è quello di assistere il governo del Libano nell’esercizio della propria sovranità, garantire la sicurezza dei confini, in particolare dei valichi di frontiera con Israele. Il comando della forza nazionale è stanziato nella base Millevoi presso Shama mentre l’unità di manovra ed i supporti sono suddivisi tra le basi di Al Mansuri, Shama e basi operative avanzate stanziate lungo la blue line.