Sono tre milioni i bambini che in Siria non hanno la possibilità di andare a scuola. Negli ultimi quattro anni di conflitto, il tasso di iscrizioni all’educazione di base è crollato da quasi il 100% a 50%. In alcune aree come quella di Aleppo solo il 6% di bambini hanno accesso all’istruzione. Nel solo 2014 la metà dei bambini rifugiati non ha ricevuto alcuna forma di educazione.
«È fondamentale incrementare il sostegno ai programmi educativi in Siria e renderli più flessibili, in un contesto in continuo cambiamento, investendo non soltanto su progetti che abbiano come focus le strutture e i materiali scolastici ma anche sulla formazione e il sostegno per gli insegnanti. Ad oggi manca il 50% delle risorse economiche necessarie per finanziare i programmi di educazione» spiega Roger Hearn, direttore della regione Medio Oriente di Save the Children.
La Siria ha perso infatti almeno il 22% degli insegnanti che aveva prima dell’inizio del conflitto, centinaia sono morti e migliaia sono scappati dal Paese. Almeno un quarto delle scuole sono state danneggiate o distrutte e circa tre milioni di bambini siriani non possono frequentare le lezioni. L’ultimo rapporto di Save the Children dal titolo The cost of war, stima siano necessari 3,2 miliardi di dollari per recuperare le strutture scolastiche danneggiate, distrutte o occupate e provvedere alla formazione di nuovi insegnanti.
Per molti bambini rifugiati siriani l’educazione a tempo pieno è un lusso: la maggior parte dei bimbi in età scolare non riceve alcuna forma di educazione e solo 340 mila sono coinvolti in programmi di educazione informale. In alcune aree, come il Libano, la situazione è ancora peggiore, dove il 78% dei bambini siriani rifugiati sono fuori dalla scuola.