Yemen. Iran pronto a collaborare con l’Arabia Saudita per risolvere la crisi


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L’Iran è disposto a collaborare con l’Arabia Saudita per risolvere il conflitto nello Yemen. Lo ha detto il vice ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir Abdollahian incontrando i giornalisti a Kuwait City a margine della Conferenza dei donatori per la Siria. «L’Iran e l’Arabia Saudita possono collaborare per risolvere la crisi yemenita», ha detto Abdollahian, che poi ha invitato «tutte le parti in Yemen a tornare alla calma e al dialogo».

Intanto un termine di 24 ore sarebbe stato dato proprio da Iran a Russia al Regno saudita e ai suoi alleati per fermare i bombardamenti in Yemen.  Navi da guerra hanno lasciato i porti russi e iraniani verso lo stretto di Bab El-Mandab: i russi hanno messo in guardia i paesi del Golfo dall’interferire negli affari interni del paese. Secondo l’agenzia Reuters, la Russia avrebbe dato posto questo ultimatum: se la guerra non si ferma nelle prossime 24 ore, la Russia si ferma la guerra con la forza.

L’Iran, dal suo canto, ha messo in guardia l’Arabia Saudita e gli Stati del Golfo, ammonendo che gli attacchi aerei sono destinati a provocare una guerra regionale. Teheran, quindi, lavorerà vicino alla linea marittima nello stretto di Bab El Mandeb,.

GOVERNO YEMENITA INVOCA INTERVENTO DI TERRA – Un appello che il ministro degli Esteri yemenita, Riad Yassin, respinge in un’intervista all’emittente al-Arabiya. L’esponente del governo sunnita ha invocato  un intervento militare di terra «il prima possibile».

A una domanda circa un possibile intervento di terra da parte di forze arabe, Yassin ha risposto che «sì, stiamo chiedendo proprio questo, il prima possibile, in modo da salvare le nostre infrastrutture e di salvare i cittadini yemeniti che sono sotto assedio in molte città». È da sei giorni che una coalizione guidata dall’Arabia Saudita sta bombardando i miliziani sciiti houhti e le unità dell’esercito fedeli all’ex presidente yemenita Ali Andullah Saleh che si oppongono al governo del presidente Abd Rabbo Mansour Hadi.

ISLAMABAD VALUTA INVIO TRUPPE – La crisi in Yemen e la richiesta saudita di dispiegamento di truppe pakistane sono i temi in cima all’agenda dei colloqui a Riad tra responsabili pakistani e sauditi. Una delegazione di Islamabad, guidata dal ministro della Difesa Khawaja Asif, è partita alla volta del regno, come riporta il sito pakistano di informazione Dawn News. Della delegazione, che riferirà poi al premier pakistano Nawaz Sharif sull’esito dei colloqui, fanno parte il consigliere del primo ministro per gli Affari Esteri e la Sicurezza nazionale Sartaj Aziz e ufficiali delle Forze Armate. Sono previsti colloqui con il principe ereditario Muqrin bin Abdulaziz Al Saud, con il ministro della Difesa, Mohammed bin Salman Al Saud, e -secondo indiscrezioni- anche con una rappresentanza dell’Organizzazione della cooperazione islamica con sede a Gedda.

Per l’analista Fida Hussain il Pakistan si trova in una situazione complicata alla luce della sua tradizionale alleanza con l’Arabia Saudita e dei buoni rapporti con l’Iran, patria dello sciismo, accusato di sostenere i ribelli Houthi. «L’invio di truppe per combattere in Yemen potrebbe innescare tensioni con l’Iran», ha detto l’analista citato dall’agenzia di stampa Dpa. I

n Pakistan, Paese a maggioranza sunnita, l’opinione pubblica è divisa. Per l’ex campione di cricket e leader dell’opposizione Imran Khan sarebbe «pericoloso» per Islamabad partecipare alle operazioni della coalizione a guida saudita. L’ufficio di Sharif nei giorni scorsi ha chiarito che qualsiasi minaccia all’Arabia Saudita richiederà «una forte risposta» da parte di Islamabad. Alcuni ritengono che il Pakistan potrebbe limitarsi al dispiegamento di truppe all’interno dei confini dell’Arabia Saudita, che con lo Yemen condivide una frontiera di circa 1.500 km. Tra l’altro, ci sono già circa 300 militari pakistani dispiegati nel regno per manovre militari congiunte con le forze saudite

 

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