I musulmani stanno con l’ISIS? Il sondaggio – propaganda di Al Jazeera


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(Salvatore Lazzara) – Un sondaggio della televisione araba “Al Jazeera” ha rivelato come alla domanda “Sostieni le vittorie dello Stato islamico in Iraq e Siria?” posta dalla tivù del Qatar, paese da cui sono partiti numerosi finanziamenti per lo Stato islamico, l’81% degli oltre 38mila utenti, che hanno votato il sondaggio, ha risposto un secco “sì”.

La maggior parte degli intervistati è favorevole all’uccisione dei non musulmani, allo stupro delle donne non musulmane, all’uccisione degli omosessuali, alla distruzione delle opere d’arte. D’altra parte, non è la prima volta che tra il pubblico di al Jazeera emergono posizioni tanto radicalizzate. Nel 2006 un altro sondaggio aveva rilevato che il 50% degli ascoltatori appoggiava il jihad di Osama bin Laden. Recentemente, poi, l’intelligence americana ha accusato il capo della sede pachistana della tivù di essere un membro di al Qaeda e della Fratellanza Musulmana.

Quali sono le conseguenze reali del sondaggio? E’ stato scoperto che la lista d’attesa dell’Isis per morire da “martiri”, cioè farsi esplodere con una cintura imbottita o a bordo di un’auto-bomba, è talmente lunga che bisogna essere raccomandati per riuscire a realizzare il traguardo suicida-omicida.

Il quotidiano inglese Indipendent rivela che in queste liste d’attesa ci sono anche molti occidentali desiderosi di farsi esplodere. In un sito ritenuto vicino ai miliziani dello Stato Islamico, è stato riportato un articolo scritto da un combattente e predicatore ceceno dell’Isis, Kamil Abu Sultan Al-Daghestani, in cui il terrorista si lamenta di atti di nepotismo compiuti dai miliziani sauditi. Morire nel nome di Allah, infatti, è considerato un privilegio. Molto più onorevole di trovare la morte in battaglia, magari colpiti dal nemico.

Per questo le “liste d’attesa” sarebbero incredibilmente affollate, così tanto che riuscire ad arrivare “in cima” può essere complesso. Soprattutto, denuncia nell’articolo Abu Sultan, se si è ceceni: i sauditi, infatti, piloterebbero le liste dando priorità e favorendo amici e parenti.

Per supportare la denuncia, il terrorista porta ad esempio la storia di un commilitone partito per l’Iraq per scalare una lista che in Siria sarebbe risultata insormontabile: “I Sauditi controllano tutto – si era lamentato con Abu Sultan – non permettono a nessuno di andare in prima linea. Favoriscono i propri parenti in battaglia”. Tanto da far dire ai ceceni che solo con contatti personali è possibile ridurre l’attesa.

Detto questo, occorre fare una precisazione. Il sondaggio non ha alcun valore, salvo confermare quello che si sa da tempo: al Jazeera è una televisione di propaganda finanziata da uno Stato, il Qatar, che in questi anni ha inondato di denaro e armi i miliziani del sedicente Stato Islamico (e altri gruppi jihadisti).

Certamente, come hanno dimostrato autorevoli studi, il gruppo terrorista gode di un consenso crescente in una parte del mondo sunnita. Ciò deve far riflettere anche per le politiche che i governi dovranno mettere in campo per opporsi a questo “fenomeno criminale”. Un consenso che ha molteplici ragioni, comprese quelle religiose. Ma non è certo la religione ad animare l’estremismo e il radicalismo in questo frangente storico e in aree come la Siria e l’Iraq.

I musulmani e l’Islam sono ben altre cose rispetto ai terroristi dello Stato Islamico. Qualsiasi altra lettura rischia di essere fuorviante. I musulmani sono le prime vittime (lo dicono i numeri) della furia omicida di questa sigla assetata di denaro e potere che utilizza il nome di Allah solo in modo strumentale. A ben guardare, gli unici infedeli, Corano alla mano, sono proprio loro. Ecco perché al Jazeera fa propaganda, utilizzando un sondaggio per accreditare, agli occhi dell’opinione pubblica, un terrorismo che si avvale di tutti i mezzi pur di affermare la propria forza.

 

Don Salvatore Lazzara – Sacerdote da 17 anni, è cappellano alla Scuola Allievi Ufficiali Carabinieri a Roma, ruolo che ha ricoperto anche all’Accademia Aeronautica di Pozzuoli. Da Cappellano Militare ha svolto i seguenti incarichi: Maricentro (MM) La Spezia, Nave San Giusto con la campagna addestrativa nel Sud Est Asiatico, X° Gruppo Navale in Sinai per la missione di Pace MFO. Successivamente trasferito alla Scuola Allievi Carabinieri di Roma. Ha partecipato alla missione in Bosnia con i Carabinieri dell’MSU. Di ritorno dalla missione è stato trasferito alla Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma. Dopo l’esperienza nei Carabinieri è tornato a Palermo presso i Lanceri d’Aosta (Esercito). Per Da Porta Sant’Anna curava inizialmente la rubrica “Al Pozzo di Sicar”; da Luglio 2014 ha assunto il ruolo di Direttore del Portale.

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