Un cittadino americano che si era arruolato come volontario tra le file delle milizie curde che combattono contro il sedicente Stato islamico (Is) nel nord della Siria è stato ucciso in combattimento. Lo ha annunciato Idris Nassan, comandante curdo nella zona di Kobane, al canale Nbc News, senza precisare l’identità della vittima. Su Twitter e Facebbok, gli attivisti curdi fanno invece il nome del «martire Thomas Broomfield», del Massachusetts, ucciso nel villaggio di Qentere, nei pressi di Kobane. Il Dipartimento di Stato di Washington ha confermato la sua uccisione e ha fatto sapere di averne informato la famiglia.
Si tratta del primo volontario americano a essere ucciso tra le file dei combattenti curdi. Hanno già perso la vita un britannico, un australiano e una donna tedesca. «Non volevo che partisse, ma non ho potuto convincerlo – ha detto la madre di Broomfield parlando al telefono con Nbc News – Ora spero che mi restituiscano il suo corpo».
Lo scorso febbraio il sito curdo Rudaw riferiva di una grossa ondata di combattenti stranieri pronti a unirsi ai militanti curdi e ai Peshmerga inviati dal Kurdistan iracheno nella loro battaglia contro l’Is. Il portavoce del ministero dei Peshmerga, Helgurd Hekmat, riferiva proprio di un americano che si era presentato come volontario, ma che, come tanti altri, era stato respinto, perché «noi siamo una forza di combattimento professionale, non possiamo garantire le loro vite».
Ma numerosi altri gruppi di combattenti non esitano ad arruolare volontari stranieri contro l’Is ed esiste una pagina Facebook chiamata ‘The Lions of Rojavà che promuove questo genere di iniziative, raccontando le storie di ‘eroi’ occidentali che combattono i curdi delle Unità di protezione del popolo (Ypg) nella regione del Rojava, come viene chiamato il Kurdistan siriano.