Dopo 55 giorni di sciopero della fame, arriva l’accordo con le autorità carcerarie israeliane : sarà rilasciato il 12 luglio
Khader Adnan, prigioniero politico palestinese in sciopero della fame da 55 giorni, ha vinto per la seconda volta; nel primo mattino del 29 giugno, dopo 55 giorni di sciopero della fame per protestare contro la sua detenzione amministrativa senza accusa né processo, la moglie di Adnan, Randa, ha annunciato che è stato raggiunto un accordo con i suoi carcerieri israeliani per liberarlo il 12 luglio. Ha inoltre affermato che c’ è un impegno per porre fine all’uso della detenzione amministrativa – in base alla quale Adnan è stato detenuto complessivamente per oltre 6 anni, con molteplici arresti – contro di lui.
Khader Adnan, 37 anni, un panettiere di Jenin e un attivista politico del Jihad Islamico, era stato rilasciato, una prima volta, dalla detenzione amministrativa israeliana senza accusa né processo, nel 2012 dopo uno sciopero della fame di 67 giorni che suscitò ampio sostegno internazionale e Palestinese e contribuì a rivitalizzare il vasto movimento per la libertà dei prigionieri Palestinesi. Uscito dal carcere il 17 aprile 2012, è stato nuovamente arrestato l’8 luglio 2014 e da allora era detenuto in detenzione amministrativa, senza accusa né processo.
Il 5 maggio aveva cominciato il suo secondo sciopero della fame per protestare contro il rinnovo della sua detenzione amministrativa e si trovava in condizioni di salute critiche.
Ieri sera, era stato concesso alla moglie Randa, al padre ed ai figli di Adnan di fargli visita nell’ospedale Assaf Harofeh, dove era detenuto, incatenato mani e piedi al suo letto d’ospedale, perché si temeva potesse morire da un momento all’altro. Poco dopo, la notizia dell’accordo con le autorità carcerarie israeliane.
“Khader Adnan – scrive il Samidoun Palestinian Prisoner Solidarity Network – è un vero eroe Palestinese, come i suoi oltre 5.000 sorelle e fratelli rimasti nelle carceri israeliane, un prigioniero della libertà che anela e lotta incessantemente per la giustizia e ricorda a tutti noi l’urgenza di lottare per liberare ogni detenuto Palestinese tenuto dietro le sbarre per mano del colonialismo israeliano”.