Attentato a Suruc: la kamikaze segnalata dai servizi turchi


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È stata probabilmente una donna di un gruppo di tre jihadiste entrate illegalmente in Turchia dalla Siria a eseguire l’attentato che a Suruc, sul confine turco-siriano, ha fatto 32 vittime e quasi 100 feriti. Come scrive il quotidiano Haberturk, i servizi di Ankara avevano segnalato lo scorso giugno l’arrivo delle tre militanti del sedicente Stato islamico (Is), intenzionate a condurre attentati suicidi nel paese. L’intelligence aveva anche identificato le tre donne, i cui nomi sono Fadime Kurt, Ozlem Yilmaz e Nuray Demirel. Alle autorità locali del sud-est della Turchia era stata consegnata una foto-segnaletica della Yilmaz – la diciottene che avrebbe eseguito l’attentato di Suruc – che era stata indicata come autrice di «possibili attacchi». Per il momento le autorità turche non hanno dato una versione definitiva della dinamica dell’attentato e nessuna rivendicazione è arrivata da parte dell’Is o di altri gruppi terroristici. Il premier Ahmet Davutoglu si è tuttavia sbilanciato, affermando che il gruppo guidato dal ‘califfò Abu Bakr al-Baghdadi è il primo sospettato.

L’ATTENTATO  – L’esplosione – che è stata ripresa da una telecamera – si è verificata nel giardino del Centro culturale Amara dove i giovani si trovavano dal loro arrivo da diverse località della Turchia, in particolare da Istanbul ed Ankara. I ragazzi e le ragazze, molti dei quali giovanissimi, si erano radunati nel giardino del centro culturale per leggere un comunicato alla stampa prima di tentare di nuovo di recarsi a Kobanê – le autorità turche avevano in precedenza loro impedito di entrare in Rojava – per dare man forte alla resistenza curda contro i jihadisti e partecipare ad una missione di ricostruzione. I giovani attivisti della sinistra turca pretendevano di raggiungere Kobane per poter partecipare a varie attività, come l’allestimento di un parco giochi e la distribuzione di rifornimenti sanitari alla popolazione stremata. Le organizzazioni della sinistra turca e curda hanno indetto manifestazioni di protesta in tutto il paese.

VIETATI MARCE E RADUNI NELLA PROVINCIA – Le autorità di Sanliurfa, provincia della Turchia sud-orientale, hanno vietato manifestazioni, marce e altri raduni per prevenire nuovi attentati. «Ogni attività, marcia, protesta, montaggio di tende e altro, con la possibile partecipazione da altre province, è bandita nei centri delle città e dei distretti della nostra provincia», si legge in un comunicato diffuso dall’ufficio del governatore di Sanliurfa. Nella provincia, intanto, il rischio di nuovi attentati ha diffuso il panico tra i cittadini. In mattinata circolava la voce di un avvelenamento dell’acquedotto da parte del sedicente Stato islamico (Is), che ha provocato una vera e propria corsa ad accaparrarsi acqua imbottigliata nei supermercati. È dovuta intervenire l’autorità metropolitana di Sanliurfa, che ha spiegato di aver condotto test su sei campioni di acqua, risultati tutti negativi.

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