In un piano d’azione congiunto contro il sedicente Stato islamico (Is), concordato di recente da Turchia e Stati Uniti, è prevista anche la creazione di una «no-fly zone parziale» lungo il confine tra Turchia e Siria. Lo scrive il sito del quotidiano Hurriyet, che cita fonti anonime. In base al piano, che contiene anche il via libero turco all’utilizzo della base aerea di Incirlik, nella provincia di Adana, da parte degli Usa, la no-fly zone dovrebbe estendersi per cira 90 km, tra le località siriane di Marea e Jarabulus, e per una profondità di 40-50 chilometri. Sulla questione si sarebbe espresso positivamente il governo turco nella sua riunione del 22 luglio scorso, ma le fonti non hanno chiarito se in futuro l’area potrà essere estesa fino a coprire l’intera fascia di confine, come Ankara chiede da tempo
La creazione di questa zona, secondo le fonti, bloccherà l’avanzata dell’Is o di altri gruppi jihadisti come il Fronte al-Nusra. Saranno autorizzati a sorvolarla i jet degli Usa per voli di «attacco o esplorazione», quelli della Turchia «quando necessario» e quelli di altri paesi che dovessero entrare a far parte della coalizione. Al contrario, sarà interdetto il volo ai jet del regime siriano che, se dovessero violare il divieto, diventerebbero obiettivo della coalizione.
Secondo le fonti, l’accordo Usa-Turchia non riguarda invece le milizie curde che combattono contro l’Is nella regione, ma contromosse da parte di Ankara saranno possibili se queste diventeranno una minaccia. Infine, i jet della coalizione partiranno dalla base di Incirlik, ma in caso di emergenza potranno usare anche le altre nelle province turche di Batman, Diyarbakir e Malatya. L’intesa sulla no-fly zone e sull’impiego di Incirlik, da tempo richiesto dagli Usa, è arrivato dopo un colloquio telefonico tra il presidente Barack Obama e l’omologo turco Recep Tayyip Erdogan. Importante è stata anche la recente visita in Turchia del generale John Allen, inviato speciale di Obama per la coalizione anti-Is.