La Nato non è coinvolta nel piano per creare una «no fly zone», un’area cuscinetto liberata dall’Isis, al confine settentrionale con la Siria. «Si tratta di una discussione bilaterale tra la Turchia e gli Stati Uniti». Lo ha detto il segretario generale dell’Alleanza atlantica Jens Stoltenberg al termine della riunione straordinaria richiesta dalla Turchia.
Il segretario generale dell’Alleanza ha poi detto che la Turchia «non ha chiesto una presenza militare aggiuntiva della Nato» dopo gli attentati subiti negli ultimi giorni, sottolineando «gli sforzi militari di Ankara contro l’Is e anche l’accoglienza di centinaia di migliaia di rifugiati sul suo territorio».
Dal canto suo Erdogan si è detto certo della disponibilità dell’Alleanza di adottare tutti i provvedimenti necessari. «Se un Paese membro Nato è sotto attacco, l’Alleanza deve sostenerlo in ogni modo», ha ricordato il presidente turco, citando l’articolo 5 del Trattato Nord-Atlantico che prevede l’intervento degli Stati membri se uno dei Paesi dell’Alleanza è sotto attacco.
«Al momento, la Turchia è sotto attacco, sta esercitando il proprio diritto di difendersi e lo farà fino alla fine», ha assicurato Erdogan, «ma quello che stiamo dicendo è che deve esserci un obbligo per la Nato e chiediamo alla Nato di essere preparata».