Il leader del Kurdistan iracheno, Masud Barzani, ha promesso che sarà fatta giustizia per le vittime dei massacri e delle violenze commessi lo scorso anno dai jihadisti del sedicente Stato Islamico (Is) contro gli yazidi e le minoranze religiose nel nord dell’Iraq. Barzani è intervenuto durante un evento a Dohuk, a un anno dall’attacco dell’Is in cui sono rimasti uccisi migliaia di yazidi. Centinaia di donne sono ancora trattenute dai jihadisti. Decine di migliaia di yazidi hanno lasciato le proprie case per sfuggire alle violenze. «Non importa quanto tempo sarà necessario, ma chiunque coinvolto in questi crimini non sfuggirà alla giustizia e alla punizione», ha detto Barzani, come riporta l’agenzia di stampa Dpa.
«Daremo la caccia a tutti coloro che hanno commesso questi crimini», ha aggiunto a un anno esatto dall’attacco dei jihadisti nelle zone del nord dell’Iraq che erano sotto il controllo dei curdi e in cui vivevano molti iracheni appartenenti alle minoranze. «Hanno lasciato migliaia di corpi sul campo di battaglia, ma questo è niente rispetto ai crimini che hanno commesso», ha proseguito Barzani.
Il leader del Kurdistan iracheno ha aggiunto che la zona di Sinjar, che non appartiene al Kurdistan iracheno, dovrebbe passare sotto il controllo curdo una volta che l’Is sarà stato respinto dalla zona. Secondo dati diffusi dall’amministrazione del Kurdistan iracheno, 1.280 yazidi sarebbero stati uccisi nell’offensiva dell’Is dello scorso anno, 280 sarebbero morti a causa della vita di stenti e 841 risulterebbero tuttora dispersi. Stando alle stesse fonti, 5.800 persone sarebbero state rapite dai jihadisti, accusati di aver ridotto in schiavitù donne e ragazze yazide. In duemila sarebbero riusciti a sfuggire alla prigionia.
«I crimini commessi contro i civili, su basi etniche o religiose, alcuni dei quali potrebbero essere al livello di crimini di guerra o contro l’umanità, non verranno dimenticati», ha affermato in una nota Jan Kubis, inviato Onu per l’Iraq. Sabato scorso Barzani, il cui mandato scadrà a fine mese, ha invitato i militanti del Pkk a lasciare le basi nel nord dell’Iraq per evitare vittime civili dopo l’avvio della campagna turca di raid aerei contro obiettivi del gruppo.