L’autore del piano sventato per l’attentato alla chiesa della cittadina di Villejuif, Sid Ahmed Ghlam era ‘teleguidatò passo dopo passo da due francesi ‘foreign fighters’ in Siria, a loro volta reclutati da una cellula terrorista legata a Mohamed Merah, l’assalitore di Tolosa e Montauban nel marzo del 2012. Lo rende noto le Monde citando fonti vicine agli inquirenti che hanno ritrovato il filo che lega molti degli autori degli attentati più recenti in Francia. Ghlam, sospettato anche di aver ucciso un’insegnante di fitness, Aurelie Chatelain, trovata morta nella sua auto a poca distanza dall’obiettivo dell’attentato a Villejuif, è stato scoperto solo per caso. Perché lo scorso 19 aprile si era sparato per errore a un piede e aveva chiamato i servizi di emergenza della Samu, denunciando che ad aprire il fuoco era stato qualcun’altro.
La polizia arrivata sul posto, sul marciapiede di fronte alla casa in cui abitava Ghlam nel tredicesimo arrondissement di Parigi, non ci ha messo molto a scoprire, seguendo le tracce di sangue, un Kalashnikov, due pistole, un giubbotto anti proiettile e appunti sul piano terroristico nell’auto del giovane. Nell’abitazione gli agenti hanno poi trovato altri tre kalashinikov e altri tre giubbotti.
L’attentato alla chiesa era previsto per quello stesso giorno. Anche se era già segnalato ai servizi come potenzialmente rischioso per la sicurezza nazionale dalla primavera dello scorso anno come migliaia di altre persone, nulla aveva impedito allo studente algerino 24enne di pianificare l’attentato e di recarsi negli ultimi mesi due volte in Turchia. Gli inquirenti, usando i dati raccolti nei dispositivi elettronici del giovane, hanno scoperto che era in contatto con molti degli altri estremisti di basso profilo in azione in Francia in questi anni, ricostruendo i nodi di una ‘famiglià del jihadismo francese impiantato una decina di anni fa, i cui frutti sono ora persone come Ghlam.
È stato seguendo le sue comunicazioni criptate che le forze di sicurezza hanno identificato Macreme M. e Thomas M., entrambi originari della regione della Seine-Saint Denis partiti per la Siria all’inizio dell’anno e reclutati da Fabien Clain, 36 anni, residente a Tolosa ma originario della Reunion, cofondatore con il fratello Michel negli anni zero del duemila del gruppo salafita «celluladi Artigat» a cui era legato Merat. Clain era stato condannato nel 2009 a cinque anni di carcere per aver promosso partenze per l’Iran. Una volta scarcerato, è subito partito per combattere con l’Is. Sono Macreme e Thomas ad aver inviato a Ghlam le istruzioni dettagliate per recuperare le armi e procedere nel suo piano.
Nelle ultime tre settimane, sono state fermate tre persone, almeno una delle quali, Raban B, noto anche come «Le Kabyle», già coinvolto nel 2005 in un’altra inchiesta per jihadismo e il presunto fornitore dell’arsenale fatto trovare a Ghlam. Il secondo è vicino a Moussa Coulibaly, l’assalitore lo scorso febbraio di tre militari a Nizza. Un terzo uomo, Pascal K. i cui capelli sono stati trovati su una spazzola nella casa di Ghlam, è fratello di Frank, un disertore dell’esercito che aveva partecipato a una missione in Libano e poi aveva frequentava Farid Benyttou, mentore del gruppo di Buttes-Chaumont a cui appartenevano i fratelli Kouachi, responsabili della strage di Charlie Hebdo.