Un estremista ebreo, Mordechai Meyer, è stato arrestato e posto in detenzione preventiva per sei mesi. Lo ha annunciato il ministero della Difesa spiegando che il giovane, residente nell’insediamento di Maaleh Adumim in Cisgiordania, è accusato di «coinvolgimento in attività violenta e recenti attacchi terroristici come parte di un gruppo terroristico ebraico».
Si tratta della prima volta che la misura della detenzione senza processo viene applicata a un cittadino israeliano.
La detenzione amministrativa consente l’arresto di una persona considerata un rischio per la sicurezza, prima ancora che commetta un reato o senza prove concrete che lo colleghino ad un reato specifico. Comunemente veniva usata contro i militanti palestinesi, ma dopo l’incendio appiccato venerdì scorso da presunti coloni ebrei a un’abitazione palestinese in cui è morto un bimbo di 18 mesi, il gabinetto di sicurezza del primo ministro Benjamin Netanyahu ha approvato nuove misure contro gli estremisti, compresi gli ordini di detenzione amministrativa.
La misura dura sei mesi, ma può essere estesa fino a quando permane il rischio per la sicurezza. Il provvedimento è fortemente condannato dai gruppi per i diritti umani. Si stima che circa 370 palestinesi siano attualmente trattenuti in detenzione amministrativa da parte di Israele.
Intanto il tribunale di Nazareth (Galilea) ha prolungato di cinque giorni gli arresti di Evyatar Slonim, un ultrà ebreo sospettato di far parte di una ”organizzazione illegale” e di aver progettato ”un crimine grave”. Lo ha reso noto una portavoce della polizia precisando che Slonim – un compagno di Meir Ettinger, il giovane indicato dalla stampa come ‘un ideologo della destra eversiva’ – e’ adesso sotto inchiesta dello Shin Bet (il servizio di sicurezza).