Israele è «nel mezzo di una grande frattura». Rivlin non esclude un omicidio politico


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Israele è «nel mezzo di una grande frattura». Per questo il presidente Reuven Rivlin – oggetto di recenti minacce per le sue denunce degli atti di violenza e odio razzista – non ha escluso che l’attuale situazione in Israele possa portare ad un altro omicidio politico come in passato. In un’intervista a Ynet, Rivlin ha così commentato l’attuale atmosfera: «Tutto è possibile. Oggi ci sono persone allucinate che pensano che uno stato democratico ed ebraico sia solo democratico per gli ebrei».

Rivlin nei suoi recenti discorsi ha più volte condannato la destra radicale e il terrorismo ebraici, specie dopo l’assassinio del bebè palestinese Ali Dawabshe. Le denunce gli hanno attirato una violenta campagna di odio su alcuni social media per la quale la polizia ha aperto un’indagine. Foto postate su internet lo hanno ritratto in divisa nazista.

«Il terrorismo è terrorismo e non importa – ha spiegato nell’intervista concessa ad un anno dal suo incarico – a quale nazionalità appartenga». Rivlin ha poi ammesso che c’è «difficoltà nel combattere questo tipo di terrore perpetrato dai gruppi di ebrei radicali. Così come è difficile assicurare i responsabili alla giustizia». Per questo ha invocato la necessità di creare «i mezzi per combattere questo genere di terrorismo e anche il più affilato deve essere disponibile. Quelli che chiedono la pena di morte per i terroristi, devono ricordare che questo varrebbe anche per gli ebrei». Rivlin ha poi aggiunto che le minacce «non lo intimidiranno» di certo.

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