Human Rights Watch (Hrw) esorta la coalizione internazionale a guida saudita intervenuta in Yemen contro i miliziani Houthi (sciiti) a porre fine «immediatamente» all’utilizzo di «munizioni a grappolo» o «munizioni cluster», affermando di avere nuove prove dell’impatto di queste munizioni che, lanciate da aeromobili o sistemi di artiglieria (lanciarazzi), si aprono spargendo submunizioni più piccole, che in alcuni casi restano inesplose e rappresentano così un ulteriore rischio.
Secondo Hrw, decine di civili sono rimasti uccisi o feriti in almeno sette apparenti attacchi con munizioni a grappolo lanciati tra fine aprile e metà luglio nella provincia nordoccidentale di Hajja.
«Le munizioni cluster contribuiscono al terribile bilancio di vittime civili nel conflitto in Yemen – ha detto Ole Solvang, ricercatore di Hrw – La coalizione deve immediatamente porre fine all’utilizzo di queste armi e aderire al trattato che ne vieta l’uso». L’organizzazione con sede a New York afferma che il suo staff ha visitato i siti di quattro degli apparenti attacchi con munizioni a grappolo e ha individuato submunizioni inesplose. Per Hrw, «nonostante non si tratti di prove certe, vari fattori indicano che i sette attacchi sono stati condotti dalla coalizione a guida saudita».
L’organizzazione afferma di aver identificato come munizioni cluster «M26» di «fabbricazione Usa» le armi lanciate con lanciarazzi nei sette attacchi, che hanno colpito tra i 4 e i 19 km dal confine dello Yemen con l’Arabia Saudita. Hrw chiede quindi al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite di indagare su «sospette gravi violazioni delle leggi di guerra commesse da tutte le parti nel conflitto armato in Yemen dal settembre 2014», quando gli Houthi hanno preso il controllo di Sanàa.