Ecco la mappa della battaglia per la conquista di Aleppo. Il quadro della situazione militare è del 15 settembre. Monsignor Antoine Audo, arcivescovo caldeo di Aleppo in Siria, racconta di una città allo stremo, senza acqua ed elettricità da quasi due mesi. «E all’orizzonte non si intravede alcuna soluzione. La comunità internazionale non si muove, ci sono interessi economici e strategici internazionali. E dopo secoli di convivenza con i musulmani, due terzi della comunità cristiana è fuggita». Aleppo è nella situazione più drammatica oggi, perché è a 40 chilometri dalla Turchia: e tutti gli attacchi vengono da lì. La Turchia, denuncia il prelato, accoglie tutti i gruppi armati, dà loro formazione, armi e aiuti.
Una denuncia rilanciata dal vicario apostolico di Aleppo dei latini, mons. Georges Abou Khazen: «Lo Stato Islamico (Is) è uno strumento nelle mani delle grandi potenze, da loro sono stati creati, armati e sostenuti. Invece di combatterli sul terreno comprano da loro il petrolio e i reperti archeologici rubati in queste terre. Sappiamo bene chi sta comprando queste cose dall’Is», ha aggiunto mons. Khazen, parlando della presenza di veri e propri campi d’addestramento nei Paesi limitrofi della Siria, tra cui anche la Turchia.