Siria. Il Patriarca cattolico: la Russia sta facendo un buon lavoro, sbagliato voler rimuovere Assad


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La Russia sta facendo un buon lavoro in Siria perché si sta muovendo assieme al governo di Damasco e con le autorità locali. E’ il giudizio del Patriarca cattolico siriano Gregorio III Laham, Patriarca di Antiochia, di tutto l’Oriente, di Alessandria e di Gerusalemme dei Melchiti. Il religioso non ha dubbi sull’efficacia dell’azione militare a tutela della comunità siriana martoriata da oltre quattro anni da un terrorismo che non ha risparmiato nessuno, a partire dalla minoranza cristiana: ” Si la Russia sta svolgendo un ruolo positivo in questo momento. Gli Usa accusano la Russia di aver colpito anche i ribelli addestrati dalla Cia? Loro hanno bombardato in Afghanistan un ospedale di Medici Senza Frontiere. La guerra purtroppo è questa”.

Secondo Gregorio III Laham ci vorrebbe una grande coalizione mondiale per battere il terrorismo: “Usa, Russia e Ue dovrebbero mettersi d’accordo con Iran, Arabia Saudita e Turchia. Nel giro di tre settimane l’Isis sparirebbe. Il terrorismo si può sconfiggere, bisogna volerlo”.

Il religioso si chiede quindi come si possa pensare di difendere una nazione da un nemico, senza volerla coinvolgere: “Non puoi combattere un nemico in casa mia senza che io non sia consultato. Vogliono cacciare Assad spargendo il sangue del suo popolo? Chi deve difendermi? Forse gli aerei americani che vengono da lontano o chi è qui, il governo con l’esercito? Vogliono affossare un popolo per uccidere una persona, il presidente. È un crimine che il Tribunale internazionale dell’Aja deve perseguire”.

Per questa ragione il religioso ritiene che rimuovere Assad senza avere un’alternativa sia una prospettiva assurda e pericolosa: “In Siria agiscono oltre 30 gruppi di opposizione. Sono gruppi armati, spesso piccoli, divisi al loro interno e destinati a passare prima o poi nelle fila dello Stato islamico».

Il Patriarca cattolico siriano invoca l’unità del mondo cristiano, per questa ragione ha chiesto a Papa Francesco di promuovere, attraverso un documento, un’azione ecumenica in cui tutte le voci implorino la pace in Medio Oriente, a partire dagli anglicani e dagli ortodossi: ” Non è immaginabile quello che stanno vivendo i cristiani in Siria in questo momento, è una realtà difficilissima anche da raccontare”. Gregorio III Laham sente il peso della solitudine dei cristiani e di tutti i siriani: “L’Europa sembra che non voglia sentirci, nemmeno la Chiesa. Sembrano tutti strumentalizzati”.

Il destino e la sfida dei cristiani è quella di non abbandonare il Medio Oriente: “Bisogna continuare a essere presenti nella Regione, anche se il cristianesimo è un bersaglio. Dobbiamo proseguire l’opera di dialogo con i musulmani. Senza i cristiani ci sarebbe un vero e proprio shock di civiltà”. Per questa ragione, malgrado la guerra e l’azione del terrorismo, la Chiesa siriana non smette di svolgere la sua funzione, sostenendo ad esempio le piccole iniziative con la modalità del microcredito. Vi sono a disposizione circa 50mila dollari, che vengono suddivisi in piccole somme a sostegno di progetti mirati. “Realizzare candele, preparare il cibo in casa, costruire un forno per la produzione di pane – conclude il patriarca melchita – sono alcune fra le varie proposte. E poi vogliamo aiutare le famiglie che tornano nei villaggi un tempo distrutti e ora in pace, dando loro almeno una stanza in cui ricominciare a vivere, riprendere a poco a poco il percorso dove era stato interrotto”.

 

Biografia
Loufti Laham è nato a Darayya, presso Damasco (Governatorato del Rif di Damasco, Siria), il 15 dicembre 1933. È stato ordinato sacerdote dell’Ordine Basiliano dei Melchiti il 15 febbraio 1959. Consacrato arcivescovo-vicario patriarcale di Gerusalemme per la Chiesa cattolica greco-melkita il 27 novembre 1981, dal 29 novembre 2000 è diventato Patriarca di Antiochia, di tutto l’Oriente, di Alessandria e di Gerusalemme della Chiesa Greco-Melkita Cattolica e ha assunto il nome di Gregorio.

L’8 maggio 2008, papa Benedetto XVI ha ricevuto in udienza Gregorio III assieme ad una foltissima delegazione di vescovi ed archimandriti melchiti. Durante il suo patriarcato, ha accolto in Siria papa Giovanni Paolo II: una visita storica, durante la quale per la prima volta un papa entrava in una moschea, quella di Damasco, dove la tradizione vuole collocare la tomba di san Giovanni Battista. Alla morte di Giovanni Paolo II è stato proprio Gregorio III a benedire la bara, durante i funerali del defunto Pontefice.

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