«Quello che non siamo riusciti a fare finora, e sono il primo a riconoscerlo, è cambiare le dinamiche all’interno della Siria. Ma non ci siamo mai illusi di poter noi militarmente risolvere la crisi». Così, nell’intervista a «60 Minutes», Barack Obama ha riconosciuto gli errori ed i fallimenti della sua amministrazione in Siria, ma anche indicato che non intende cambiare la strategia di fondo, appunto quella di evitare un coinvolgimento militare diretto degli Stati Uniti oltre la campagna di raid aerei che va avanti da oltre un anno.
«Siamo pronti a lavorare a livello diplomatico e dove possiamo a sostenere l’opposizione moderata per aiutare a convincere russi ed iraniani a fare pressioni su Assad per la transizione – ha deto – ma quello che non faremo è cercare di inserirci in una campagna militare all’interno della Siria».
Riguardo poi alla decisione di interrompere il programma da 500 milioni di dollari per addestrare i ribelli a contrastare lo Stato Islamico, Obama ha detto che aveva sempre avuto dei dubbi sull’efficacia del programma che alla fine l’aveva autorizzato per tentare «nuovi passi» tesi a migliorare la situazione sempre più caotica in Siria. «Il mio obiettivo è stato di verificare se si può addestrare ed equipaggiare un’opposizione moderata (in Siria) disposta a lottare contro l’Isis. Abbiamo appreso che fino a quando Assad resta al potere è molto difficile fare in modo che l’attenzione sia focalizzata sull’Isis».
Obama ha sottolineato che parte della strategia alla base degli sforzi della sua amministrazione è stata di «provare diverse possibilità» e ha aggiunto che «in una situazione cosi volatile e con così tanti attori in campo all’interno della Siria, non vi sono soluzioni semplici».
Secondo il presidente degli Stati Uniti, la crescente presenza militare russa in Siria non deve essere interpretata come «una dimostrazione di forza» di Vladimir Putin, ma anzi come l’indicazione di una sua difficoltà. Sottolineando che questo nuovo flusso di armi e finanziamenti da Mosca non sarà sufficiente al presidente siriano Bashar al Assad., Obama ha aggiunto: «Non credete che Putin avrebbe preferito che Assad potesse risolvere i suoi problemi senza costringerlo ad inviare un gruppo di piloti e denaro che non ha?» ha detto il presidente americano riferendosi alla difficoltà economiche che la Russia sta cominciando a registrare come effetto delle sanzioni per la crisi russa. Cosa che dimostra come la leadership di Putin non sia così forte come il presidente russo vuole far intendere.
«Se voi pensate che rovinare la propria economia ed essere costretto ad inviare truppe per sostenere il tuo unico alleato sia leadership, allora avete un’idea particolare di leadership» ha aggiunto Obama che poi ha rivendicato l’efficacia invece della sua leadership nella guida alla lotta ai cambiamenti climatici e nella «mobilitazione del mondo intero per fare in modo che l’Iran non abbia le armi nucleari».