L’esercito israeliano ha ricevuto l’ordine di inviare sei compagnie di soldati nelle maggiori città di Israele “per accrescere il senso di sicurezza nel Paese”. Lo riferisce la radio militare. In questa fase si tratta di soldati della polizia militare, che agiranno fianco a fianco con gli agenti della polizia e della guardia di frontiera. La scorsa notte è stato inoltre deciso dal Consiglio di difesa del governo israeliano di chiudere di volta in volta interi rioni palestinesi di Gerusalemme est, «secondo le necessità ».
Nel contesto di misure di emergenza messe a punto dalle autoritò, il governo israeliano ha deciso di non consegnare i cadaveri dei palestinesi uccisi alle rispettive famiglie.
La ministra della giustizia Ayelet Shaqed ha aggiunto che le case degli “attentatori” saranno demolite e i loro beni saranno sequestrati. Inoltre è stato approvato l’immediato reclutamento di 300 guardie civili addette alla protezione nei trasporti pubblici. Il Consiglio di difesa sarà convocato per mettere a punto misure punitive nei confronti del Movimento islamico in Israele, ritenuto uno dei fomentatori dei recenti attacchi.
Dal suo canto, il ministero della Salute dell’Anp ha dichiarato che oltre 1.300 Palestinesi sono stati colpiti da proiettili di gomma dall’inizio del mese. Almeno 75, poi, sono stati colpiti da colpi di arma da fuoco solo nelle giornata di domenica. Tra questi, 53 al check-point di Huwarra, a sud di Nablus, e 20 durante gli scontri a Tulkarem, anche con i cosiddetti proiettili ad espansione. A Ramallah un palestinese è stato ferito da un proiettile, mentre un ragazzo di appena 13 anni è morto: il minore si aggiunge ai 13 palestinesi già uccisi nel corso dell’ultimo mese.
La Mezza Luna Rossa, nella mattinata di domenica, ha dichiarato che altri 77 Palestinesi sono stati feriti con proiettili di gomma, mentre 208 sono rimasti intossicati in seguito all’eccessiva inalazione di gas lacrimogeni. Sin dall’inizio del mese si protraggono violenti scontri, dovuti alle rappresaglie dell’esercito e dei coloni in seguito all’uccisione di quattro israeliani in due diversi attacchi, ai primi di ottobre. La tensione, però, si accumulava da settimane, soprattutto a causa delle severe restrizioni imposte ai Palestinesi che volevano accedere alla Moschea di Al Aqsa (terzo sito sacro dell’Islam) durante le festività ebraiche.
Intanto cresce il numero delle vittime palestinesi: ieri sera le forze israeliane hanno colpito e ucciso un ragazzo del campo di Duheisha durante scontri all’entrata nord di Betlemme. Mutaz Ibrahim Zawahreh, 27 anni, è stato colpito al petto da un proiettile ed è stato trasportato d’urgenza all’ospedale governativo di Beit Jala, dove è deceduto.