L’offensiva russo-iraniana nella regione a sud di Aleppo, controllata dai cosiddetti ribelli, prosegue senza sosta. Almeno 70mila persone – tra cui moltissimi anziani, donne e bambini – hanno abbandonato le località in vista dei raid russi e dall’offensiva di terra iraniana e governativa. In precedenza i militari russi e siriani avevano chiesto alla popolazione di abbandonare le loro case per evitare le conseguenze dell’attacco condotto dal cielo e dalla terra.
Le campagne a sud di Aleppo sono da 48 ore investite da raid aerei russi e dall’offensiva di terra delle truppe governative siriane sostenute da militari iraniani e dagli Hezbollah libanesi. Nei giorni scorsi rapporti di stampa avevano riferito dell’arrivo di «migliaia di soldati iraniani» e di «centinaia di Hezbollah» a sostegno dell’avanzata governativa.
L’obiettivo della campagna russo-iraniana è quello di separare Aleppo da Idlib, secondo media libanesi vicini all’Iran. Fonti dei ribelli di Aleppo e della regione meridionale affermano che i miliziani anti- Assad«resistono» e che «hanno distrutto nelle ultime ore cinque carri-armati» governativi lungo il fronte di battaglia. Nonostante i numerosi video pubblicati su Internet è impossibile verificare queste informazioni in maniera indipendente.
Da Mosca insistono nell’affermare che i raid sono condotti in larga parte contro posizioni dello Stato islamico (Isis): 33 attacchi su 49 sono stati compiuti contro l’Isis ha detto il ministero della difesa russo. Gli altri raid sono stati condotti, secondo Mosca, nelle regioni di Latakia, Hama e Idlib, confinanti con Aleppo: qui sarebbe stato colpito un centro di comando dei qaedisti locali. Mosca e Washington si coordinano di fatto nei cieli siriani.
L’offensiva di Damasco si concentra invece anche sull’aeroporto di Kweiris, a est di Aleppo, in mano ai governativi e da più di un anno assediato dai jihadisti.