Alla Guida Suprema iraniana, Ali Khamenei, e al presidente iraniano Hassan Rohani arrivano le «congratulazioni» del leader siriano Bashar al-Assad, alla guida di un Paese martoriato da un sanguinoso conflitto che si trascina dal marzo 2011. Assad, storicamente sostenuto dall’Iran, ha inviato due telegrammi a Khamenei e Rohani, «congratulandosi per il raggiungimento dell’accordo finale sul nucleare con il gruppo dei Paesi 5+1», come scrive l’agenzia di stampa ufficiale del regime di Damasco ‘Sanà. Il presidente plaude a una «vittoria per tutti gli amanti della pace e della giustizia nel mondo».
Nel messaggio a Khamenei, Assad parla di una «grande vittoria» per l’Iran e invia le sue «sentite» congratulazioni per questo «traguardo storico». «Senza dubbio questo accordo è un coronamento per la determinazione del popolo iraniano – scrive il leader siriano – di fronte alle sanzioni ingiuste che sono state imposte contro la Repubblica Islamica dell’Iran».
Per Assad, che sottolinea «l’inequivocabile riconoscimento da parte del mondo della natura pacifica del programma nucleare iraniano», la firma dell’accordo è un «punto di svolta cruciale» per la storia. «Siamo abbastanza certi – prosegue il leader siriano – del fatto che la Repubblica dell’Iran continuerà, con maggiore slancio, a sostenere le cause giuste dei popoli e a lavorare affinché pace e stabilità prevalgano nella regione e nel mondo».
Nel messaggio a Rohani, riporta la Sana, Assad ribadisce la convinzione che l’accordo contribuisca a garantire il diritto iraniano all’uso pacifico della tecnologia nucleare e il fatto che rappresenti un «punto di svolta fondamentale» nella storia dei rapporti tra l’Iran e i Paesi della regione e della comunità internazionale.
A Teheran arrivano anche le congratulazioni del ministero degli Esteri di Damasco. In una nota si sottolinea l’importanza del «risultato storico» e un plauso arriva per la «vittoria della diplomazia iraniana e per la saggezza nel gestire le questioni importanti». Per il ministero degli Esteri di Damasco, riporta la stessa agenzia Sana, l’accordo di Vienna conferma l’importanza della via «diplomatica e delle soluzioni politiche amichevoli» come strategia per superare le «divergenze», lasciando da parte il «linguaggio degli ultimatum, dell’aggressione e delle sanzioni illegittime».