In Afghanistan tornano a diffondersi i campi di addestramento di Al Qaeda. A lanciare l’allarme, per un fenomeno che si aggiunge al recente rafforzamento dei talebani e alla nascita di gruppi legati allo Stato Islamico, è oggi il New York Times. Pentagono e intelligence americana, scrive il quotidiano, sono stati nuovamente costretti a valutare se i campi di addestramento dell’organizzazione terroristica fondata da Osama bin Laden possano tornare centri di complotti terroristici diretti agli Stati Uniti.
«Mi preoccupo per la rinascita di Al Qaeda in Afghanistan, per quale potrebbe essere la sua lista di obiettivi»- commenta Michael Morell, fino a due anni fa numero due della Cia – e ci dobbiamo preoccupare della ripresa dei talebani perchè, come è successo in passato, i talebani concederanno rifugi sicuri ad al Qaeda«.
In ottobre, un’operazione congiunta fra afghani e americani ha distrutto un grande campo di addestramento di al Qaeda nella provincia meridionale di Kandahar, uccidendo 200 militanti. Esteso su una cinquantina di chilometri quadrati, contava una rete di tunnel e fortificazioni. Altri campi, anche se il loro numero non è certo si trovano nella provincia di Helmand, riferiscono fonti dell’amministrazione americana.
Il campo di Kandahar era usato da forze di al Qaeda nel subcontinente asiatico (Aqis), la cui nascita è stata annunciata nel settembre 2014 dal leader Ayman al Zawahiri in risposta ai rivali dello Stato Islamico. Molti militanti sono fuggiti in Afghanistan per sfuggire ad un’offensiva militare pachistana. Al momento, come sottolineava in ottobre il capo delle forze americane in Afghanistan, generale John Campbell, i militanti di al Qaeda «puntano più alla sopravvivenza che a pianificare futuri attacchi». Ma è necessario mantenere la pressione nei loro confronti per evitare che riacquistino la capacità di colpire e organizzare attentati.