
Un importante passo verso la distensione si è compiuto nella città siriana di Aleppo, dove il governo centrale e le Forze Democratiche Siriane (SDF), a guida curda e sostenute dagli Stati Uniti, hanno effettuato uno scambio simultaneo di prigionieri. In totale, sono stati liberati 470 detenuti, secondo quanto dichiarato da Mulham al-Akidi, vicegovernatore della provincia di Aleppo.
L’operazione, parte di un accordo siglato nei mesi scorsi tra Damasco e l’amministrazione autonoma del nord-est siriano, rappresenta un raro momento di cooperazione tra due delle principali forze presenti sul territorio, storicamente in tensione. Un precedente scambio di prigionieri si era già svolto ad aprile, segnalando un progressivo consolidamento del dialogo tra le parti.
Al-Akidi ha sottolineato che l’iniziativa mira a “ridurre le tensioni sul campo” e ha lasciato intendere che potrebbero seguire ulteriori rilasci qualora fossero individuati altri prigionieri ancora in stato di detenzione. Questo gesto, pur simbolico, si inserisce in un più ampio tentativo di normalizzazione dopo anni di conflitto e frammentazione territoriale.
Tra i prigionieri liberati figura anche Yasser Mohammed Hakim, un civile che ha raccontato di essere stato arrestato sei mesi fa dopo aver accidentalmente oltrepassato il confine di un’area controllata dalle SDF. “Mi hanno rinchiuso insieme a membri dell’ISIS. Sono un civile, ho solo sbagliato strada”, ha dichiarato Hakim all’Associated Press subito dopo il suo rilascio.
L’accordo politico che ha reso possibile lo scambio risale a marzo, quando il governo siriano e le autorità curde del nord-est hanno concordato un cessate il fuoco e l’integrazione progressiva delle forze SDF nell’esercito regolare siriano. Da allora, gli scontri tra le SDF e l’Esercito Nazionale Siriano – una coalizione di gruppi armati sostenuti dalla Turchia – si sono ridotti drasticamente, dopo mesi di combattimenti che avevano provocato numerose vittime da entrambe le parti.
Nonostante la tregua, la situazione in Siria resta estremamente complessa. Il Paese continua a essere attraversato da profonde divisioni etniche, religiose e politiche. Le autorità centrali faticano a ristabilire un controllo pieno sul territorio e i tentativi di riconciliazione tra i diversi attori coinvolti nel conflitto richiedono un delicato equilibrio tra interessi locali e pressioni internazionali.
Tuttavia, lo scambio di Aleppo potrebbe segnare una svolta, seppur modesta, nella lunga e tortuosa strada verso una stabilizzazione della Siria. In un contesto segnato da sfiducia e frammentazione, gesti concreti come questo alimentano la speranza che un dialogo politico inclusivo sia ancora possibile.