Attentati di Parigi e Bruxelles, c’è una pista britannica


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Dalle indagini sulla rete jihadista internazionale che si nasconde dietro gli attentati di Parigi e Bruxelles sono emerse “connessioni britanniche”, rivela il quotidiano “The Independent”. Cinque persone, quattro uomini e una donna, le cui identità non sono state rese note, sono state arrestate la scorsa settimana a Birmingham e all’aeroporto di Gatwick; gli arresti sono stati effettuati in relazione ai soggiorni in Inghilterra, l’anno scorso, documentati da fotografie sui telefoni cellulari, di due dei terroristi coinvolti nei recenti attentati.

Le indagini stanno approfondendo i rapporti tra gruppi islamisti di Gran Bretagna, Francia e Belgio che risalgono a parecchio tempo addietro, oltre quindici anni, prima dell’attacco di al Qaeda dell’11 settembre 2001 a New York. Secondo le agenzie di intelligence occidentali, i contatti sono stati sempre mantenuti e sono diventati più attivi con l’inizio della guerra civile in Siria, nel 2011.

Uno degli uomini arrestati a Bruxelles, Abdelramane Ameroud, era stato condannato da un tribunale francese nel 2005 per concorso nell’omicidio del mujahedin afgano Ahmed Shah Massoud, ordinato da Osama Bin Laden. Massoud fu ucciso in un attentato suicida da belgi di origine nordafricana, come gli autori dei recenti attacchi europei, che si erano spacciati per giornalisti, ottenendo gli accrediti grazie a un’organizzazione islamica gestita nel Regno Unito dall’egiziano Yassir al Sirri, per il quale non c’è stata condanna per insufficienza di prove.

Al Sirri, condannato in contumacia in Egitto per altri reati negli anni Novanta (il tentato omicidio del primo ministro e l’appartenenza all’organizzazione Jihad islamica egiziana), vive nel Regno Unito con un permesso speciale (non l’asilo) rinnovato ogni sei mesi. È emerso anche che Tareq Marroufi, altro condannato per l’omicidio Massoud nello stesso processo di Ameroud, era un assiduo frequentatore di Londra e un seguace dell’imam radicale Abu Qatada, che predicava nella moschea di Finsbury Park. Anche Mohamed Abrini, “l’uomo col capello” ripreso dalle telecamere dell’aeroporto di Bruxelles, è stato in Gran Bretagna, l’estate scorsa a Birmingham, così come Abdelhamid Abaaoud.

Sotto la lente degli inquirenti anche la frequentazione della moschea di Finsbury Park da parte del franco-algerino Djamel Beghal, mentore di Cherif Kouachi, uno degli attentatori di “Charlie Hebdo”, e prima tra i reclutatori di al Qaeda in Europa. Tra i seguaci di Abu Qatada, infine, risulta l’ex calciatore belga-tunisino Nizar Trabelsi, arrestato a Bruxelles nel 2001 per il piano contro l’ambasciata statunitense

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