«Tutti conoscete i miei difetti ma tutti sapete che non sono una ladra». Si difende con veemenza la presidente brasiliana Dilma Rousseff dopo che il presidente della Camera, Eduardo Cunha, suo acerrimo nemico politico, ha deciso di accettare una richiesta di impeachment presentata dalle opposizioni contro la presidente di sinistra per presunte irregolarità finanziarie.
Dopo aver letto un discorso in tv, Dilma ha anche chiamato il vice presidente Michel Temer, collega di partito di Cunha, al quale ha chiesto di sostenere il governo, definendo la decisione di Cunha «un ricatto». E di «ritorsione» da parte di Cunha contro la presidente parla oggi apertamente la stampa brasiliana.
Il Partito dei lavoratori di Dilma ha infatti annunciato proprio ieri che avrebbe sostenuto l’apertura di una inchiesta parlamentare nei confronti di Cunha, dopo la scoperta di conti segreti in Svizzera a suo nome. Tra le tante telefonate di sostengo, Dilma ha ricevuto anche quella del suo predecessore Lula, con il quale aveva avuto qualche incomprensione negli ultimi mesi. Il presidente del Partito del lavoratori (Pt) della presidente e di Lula, Rui Falcao, ha intanto definito la richiesta di impeachment «un tentativo di golpe» ed ha scritto su Twitter che «i golpisti non passeranno».
Cunha però tira dritto ed ha deciso di affrettare i tempi: ha convocato per oggi una seduta plenaria della Camera per leggere formalmente la denuncia presentata contro la presidente, che apre il procedimento di messa in stato di accusa.