
Nella notte tra il 9 e il 10 marzo 2025, le milizie curde delle Forze Democratiche Siriane (SDF), supportate dagli Stati Uniti, hanno lanciato una massiccia offensiva contro Hay’at Tahrir al-Sham (HTS) nella città di Aleppo. L’attacco è partito dal quartiere Sheikh Maqsoud, roccaforte curda, con un’operazione coordinata che ha visto l’impiego di numerosi cecchini e unità speciali per sorprendere il nemico e riconquistare la città.
L’offensiva arriva in un momento di forte instabilità nel paese: le truppe governative fedeli all’attuale regime stanno seminando il terrore nella regione costiera di Lattakia, dove si registrano rastrellamenti, bombardamenti indiscriminati e una dura repressione contro le sacche di resistenza rimaste fedeli all’opposizione. Fonti locali parlano di esecuzioni sommarie e arresti di massa, con la popolazione civile intrappolata tra i combattimenti.
Ora l’attenzione si sposta sulla reazione della Turchia, che sostiene l’attuale regime e considera le SDF una minaccia diretta ai propri interessi nella regione. Ankara ha da tempo espresso la volontà di aprire un nuovo fronte contro i curdi nel nord della Siria e potrebbe cogliere l’occasione di questa offensiva per giustificare un’azione militare contro le milizie curde.
Gli equilibri in Siria sono più fragili che mai: mentre HTS è sotto pressione su più fronti, le SDF cercano di espandere il loro controllo, il regime continua la repressione a Lattakia e la Turchia potrebbe intervenire militarmente, alterando ancora una volta il destino del paese. La comunità internazionale resta in allerta, consapevole che ogni mossa in questa scacchiera può avere conseguenze devastanti.
(Raimondo Schiavone)