Pechino ha esortato i membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a sostenere una proposta di risoluzione di condanna dell’utilizzo di armi chimiche da parte dei gruppi islamisti in Siria, fra cui lo Stato islamico. Parlando ai giornalisti a Pechino, il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Lu Kang, ha invitato “tutte le parti interessate a rafforzare il coordinamento la cooperazione reciproca, al fine di contrastare e punire l’utilizzo delle armi chimiche” in Siria. “Speriamo – ha aggiunto – che tutti i membri del Consiglio di sicurezza siano in grado di sostenere questo progetto di risoluzione proposto da Russia e Cina”. Lu ha inoltre sottolineato che Pechino si oppone con forza contro “l’utilizzo di armi chimiche in qualsiasi circostanza”.
Secondo l’ambasciatore della Russia alle Nazioni Unite, Vitaly Churkin, la risoluzione potrebbe servire arginare l’utilizzo di armi chimiche da parte di gruppi terroristici, come Stato islamico e Fronte al Nusra. Già nei mesi scorsi gli Stati Uniti hanno confermato l’utilizzo di armi chimiche, in particolare iprite, da parte dello Stato islamico contro le milizie curde Peshmerga nel nord dell’Iraq. Da parte sua anche Mosca ha denunciato più volte di avere prove che l’Is stia utilizzando armi chimiche, soprattutto nei combattimenti in Siria.
Il progetto di risoluzione proposto da Mosca e Pechino invita i paesi, in particolare quelle confinanti con la Siria, a riferire immediatamente al Consiglio di sicurezza qualsiasi azione da parte di attori “non statali” volta sviluppare, acquisire, produrre, trasportare e utilizzare armi chimiche in Siria. La proposta di risoluzione è stata criticata, secondo i media internazionali, da alcuni diplomatici interni al Consiglio di sicurezza, che considerano la mossa di Mosca e Pechino come una manovra per distogliere l’attenzione dalle accuse di utilizzo di armi chimiche da parte del governo siriano.