Nel complicato conflitto siriano scendono in campo anche i curdi della Turchia. In centinaia hanno imbracciato le armi e attraversato il confine con la Siria per combattere contro i jihadisti dello Stato islamico, che insidiano le aree del nord sotto il controllo dei curdi siriani. La notizia è confermata dal sito turco ‘World Bulletin’.
Lo Stato islamico ha lanciato circa due settimane fa un’offensiva contro Ain al-Arab (Kobani per i curdi), località sul confine con la Turchia di cui i curdi delle Unità per la protezione del popolo (Ypg) hanno preso il controllo meno di un anno dopo l’esplodere delle rivolte contro Bashar al-Assad.
I jihadisti dello Stato Islamico usano contro la città armi pesanti arrivate dall’Iraq, compresi missili e veicoli corazzati Humvee di fabbricazione statunitense trafugati nel paese vicino. “I nostri fratelli del Kurdistan del Nord (il sud-est della Turchia, ndr) hanno lanciato una campagna per inviare giovani a proteggere Kobani”, ha spiegato Redur Xelil, portavoce di Ypg. “Ci sono già tanti giovani – ha proseguito – che hanno attraversato il confine e ora sono in prima linea al fianco di Ypg, con l’obiettivo di respingere lo Stato islamico”.
Una versione confermata da una fonte turca della sicurezza, secondo la quale è il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk) a inviare i suoi uomini in Siria. Nei giorni scorsi, inoltre, l’Unione delle comunità curde (Kck), raggruppamento politico di varie formazioni curde attive in Turchia, compreso il Pkk, ha diffuso un comunicato con il quale chiede a “tutti i curdi” di andare a Kobani per “partecipare alla resistenza” contro lo Stato islamico, il cui attacco “è contro l’intero popolo del Kurdistan”.
Anche Rami Abdurrahman, fondatore dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, ha confermato l’arrivo dalla Turchia di almeno 800-900 combattenti curdi ad Ain al-Arab. Ma intanto, sempre secondo Abdurrahman, lo Stato islamico è riuscito in pochi giorni a conquistare una decina di villaggi intorno alla città siriana, che finora erano controllati dai gruppi curdi.
TURCHIA, PROCESSO DI PACE CON IL PKK – Intanto, il parlamento turco ha approvato una legge presentata dal governo per rilanciare il processo di pace con i ribelli curdi del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk). Si tratta di un’iniziativa che potrebbe garantire i voti della minoranza curda al premier Recep Tayyip Erdogan alle presidenziali di agosto.
La legge prevede tutele giuridiche per i funzionari coinvolti nei negoziati con il Pkk, dichiarato fuorilegge, e iniziative per la riabilitazione dei militanti del Pkk che accettano di deporre le armi e tornare a casa in Turchia; inolte riconosce al governo l’autorità di nominare individui e organizzazioni per portare avanti i colloqui riguardanti la cosiddetta “questione curda”.
(con fonte Aki, Ansa, Afp, Reuters, TMnews)