Il sacerdote Jacques Murad, priore del monastero di Mar Elian, è solo l’ultimo dei religiosi cristiani rapiti in Siria da quando è esplosa la rivolta contro il regime nel 2011. Dell’italiano Paolo Dall’Oglio, noto per aver rifondato in Siria la comunità monastica cattolico-siriaca Mar Musa, si sono perse le tracce a luglio 2013, quando sarebbe stato rapito da militanti jihadisti vicino a Raqqa, dove era impegnato in una difficile mediazione tra gruppi rivali. Nonostante un rincorrersi di notizie e smentite, non si hanno certezze sulla sua sorte.
Poco prima, tra il 22 e il 23 aprile 2013, l’arcivescovo greco-ortodosso di Aleppo, Paul Yazigi, e l’arcivescovo siriaco ortodosso Yohanna Ibrahim sono stati rapiti da uomini armati di nazionalità sconosciuta (forse ceceni) mentre rientravano ad Aleppo da una missione umanitaria sul confine turco. Il loro autista è stato ucciso. Da allora sulla loro sorte si sono avute informazioni scarse e confuse. È probabile che i due vescovi siano passati nelle mani di diversi gruppi fondamentalisti. A marzo dello scorso anno, si è invece conclusa positivamente la vicenda delle tredici suore ortodosse di un convento di Maalula tenute in ostaggio per oltre tre mesi da ribelli siriani. Le monache, prelevate il 2 dicembre 2013 dal convento greco-ortodosso di Santa Tecla durante un assedio dei ribelli al villaggio a maggioranza cristiana situato a nord di Damasco, sono state liberate in seguito a uno scambio di prigionieri.
A luglio del 2013 si era invece diffusa la notizia della decapitazione di tre frati francescani del convento di Ghassaniyeh, testimoniata da un video. Fu poi provato che quel video documentava in realtà la decapitazione di alcuni presunti collaboratori del regime nel villaggio di Mashhad Ruhin, a 120 chilometri di distanza da Ghassaniyeh. Sempre a Ghassanieh, il 23 giugno 2013 è stato giustiziato dai jihadisti padre Francois Mourad, religioso francese, mentre il 7 aprile dello scorso anno la stessa sorte è toccata a padre Frans Van Der Lugt, ucciso a Homs a colpi di arma da fuoco da militanti del Fronte al-Nusra, affiliato ad al-Qaeda. A ottobre 2012, padre Fadi Jamil Haddad, sacerdote greco-ortodosso della Chiesa di Antiochia, fu rapito e poi giustiziato mentre era impegnato in un negoziato per la liberazione di un civile precedentemente preso in ostaggio da gruppi armati.