Il divorzio da una “sorella musulmana” spacca l’Egitto


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(Marco Di Donato) – Il recente parere giuridico dello shaykh Mazhar Shahin, nel quale si affermava che una moglie musulmana che appartiene alla Fratellanza deve essere ritenuta non più desiderabile e che il marito può, per questo motivo, richiedere il divorzio, ha ricevuto aspre critiche in Egitto. L’imponente levata di scudi contro lo shaykh ha costretto l’esponente religioso ad una precipitosa retromarcia affermando come il senso delle sue parole sia stato travisato. La difesa dello shaykh è stata trasmessa in diretta televisiva dal programma al-’Ashra Mesa’an, dove Shahin ha affermato di non aver mai pronunciato quelle parole o meglio di non averle pronunciate con quel significato.

Nel suo discorso Shanin ricorda di aver fatto riferimento all’interesse della nazione che deve venire prima di ogni altra cosa e dormire con una donna che appartiene ad una cellula terroristica non permette di servire al meglio l’interesse nazionale. Nel video all’interno del quale Shahin avrebbe pronunciato il suo ormai famoso responso, le sue parole risuonano ambigue e possono prestarsi a diverse interpretazioni sebbene appaia comunque chiaro l’attacco alla Fratellanza, ormai ufficialmente riconosciuta come gruppo terroristico dalle autorità locali.

Oltre alla condanna mediatica, cui lo shaykh ha tentato di far fronte, un chiaro disconoscimento delle sue dichiarazioni è giunto anche dalla prestigiosa istituzione egiziana della Dar al-Ifta’a. Le parole del dott. Magdi Ashour, fra i più importanti consiglieri dell’istituto religioso, hanno sconfessato in pieno quelle di Shahin considerandole come “affermazioni tese a creare distanza fra i figli della nazione e membri della stessa famiglia”. Ashour ha anche ricordato come l’autorità demandata ad esprimere questi pareri giuridici non possa essere ridotta alle considerazioni dei singoli soggetti e che per emettere responsi giuridici esistono procedure ben conosciute basate su fonti credibili ed affidabili.

Durissima anche la condanna del preside della Facoltà di Studi Islamici di Mansoura, il dott. Muhammad Abu Zaid, che ha definito come una “incitazione alla fitna all’interno della società”. Sulla stessa linea anche il preside della Facoltà di Sharia’ e Legge dell’Università di al-Azhar, il dott. Saif Ragheb Qazamil, che sottolineato come le attuali condizioni politiche del Paese non possano sostenere delle fatawa come queste che incitano evidentemente alla sedizione sociale. Di contro, a sostegno di Shahin (secondo Egypt Indipendent) si sarebbe schierata la professoressa di giurisprudenza comparata, la dott.ssa Soad Saleh, la quale ha testualmente affermato che “le donne dei Fratelli Musulmani sono più pericolose persino delle donne ebree poiché approvano la violenza e l’omicidio”.

(dal blog Islam Politico)

Marco Di Donato – Laureato presso la Facoltà di Studi Arabo-islamici e del Mediterraneo dell’Università degli studi di Napoli “L’Orientale”, con una tesi di natura sperimentale sul movimento di resistenza islamico di Hamas. Attualmente è Dottore di ricerca presso l’Università degli Studi di Genova dove svolge attività di ricerca nell’ambito del corso di dottorato in Pensiero politico e Comunicazione Politica. Fra le sue pubblicazioni un saggio concernente lo studio politico, sociale ed ideologico del movimento islamico palestinese di Hamas per la casa editrice Utet.  Presidente del Centro Italiano di Studi sull’Islam Politico.

 

 

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