Israele esporterà in Egitto 2,5 miliardi di metri cubi di gas naturale per i prossimi 7 anni. L’accordo è stato firmato dall’azienda israeliana Tamar con l’egiziana Delphinus Holdings. Si tratta di una novità assoluta nel mercato del gas regionale: in passato, infatti, era lo stato arabo a fornire il gas a Tel Aviv. Negli ultimi anni, però, l’Egitto ha vissuto una forte crisi energetica che ha provocato la rabbia della popolazione, spingendo le autorità a guardare a Israele per risolvere la situazione.
Secondo un comunicato rilasciato dalle autorità egiziane, l’intesa non è stata portata avanti dal governo, ma da un privato egiziano del settore energetico di nome Alaa Rafaa il quale ha dichiarato che ” le importazioni di petrolio da Israele sono nell’interesse del Paese, soprattutto in termini di costi”.
Nonostante la crisi energetica stia effettivamente paralizzando il paese, gli egiziani denunciano come inaccettabile l’idea di intrattenere rapporti commerciali con Israele.
Ad oggi circa l’80 % della produzione di gas naturale, circa 89 milioni di metri cubi al giorno, è destinato alle centrali elettriche. Il restante 20 % sostiene invece i settori: industriale, delle ferrovie, delle piccole e medie imprese, i consumi domestici. Nell’ultimo anno la produzione di gas naturale è passata da 165 milioni di metri cubi al giorno del 2013 a 131 milioni, a causa della parziale interruzione dell’esplorazione di nuovi giacimenti da parte delle compagnie straniere, che accusano il governo di non pagare i debiti che ammontano a circa 6,3 miliardi di dollari.
Nel mese di marzo il ministro del petrolio Sherif Ismail e il presidente regionale del BP Egitto avevano firmato tre accordi per estrarre il petrolio e i gas naturali nel Mediterraneo e nel delta del Nilo. Gli investimenti hanno un valore di 717 milioni di dollari.