Il processo politico e diplomatico è l’unica soluzione al conflitto in Siria. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, a margine del Consiglio Ue degli Affari esteri. Dalla crisi siriana «che dura da ormai da cinque anni si esce con un processo politico che porti all’uscita di Bashar al Assad, senza però creare un vuoto che sarebbe riempito dal terrorismo», ha spiegato. «Noi italiani abbiamo sempre sostenuto, e credo che la cosa sia condivisa a livello internazionale, che per quanto riguarda questa drammatica crisi siriana la soluzione vera non possa essere che il processo diplomatico».
Gentiloni ha sottolineato che l’Italia è «orgogliosa» di quello che sta facendo, addestrando e fornendo armi ai peshmerga curdi che combattono in Siria e Iraq.
Del futuro di Assad non parla invece l’alto rappresentante Ue per gli Affari esteri, Federica Mogherini, secondo la quale gli attentati a Parigi, a Beirut e negli altri Paesi del Medio Oriente e l’abbattimento dell’areo dei turisti sul Sinai «ci danno un nuovo senso di urgenza. Dobbiamo trovare un modo per mettere effettivamente fine alla guerra in Siria e per sconfiggere lo Stato islamico una volta per tutte»
In Siria, ha continuato il ministro degli esteri europeo, bisogna «concordare un cessate il fuoco e avviare una transizione politica», con il cessate il fuoco «non riguardi l’Is e altri gruppi terroristici», «portando al tavolo le opposizioni». Mogherini ha sottolineato che le priorità sono «la prevenzione e la sconfitta dei gruppi terroristici in tutta la regione. Viviamo un mondo dove sicurezza là significa anche sicurezza qui in Europa. Dobbiamo lavorare con i partner di tutto il mondo».