Il quotidiano israeliano Haaretz ha dedicato la sua attenzione alla situazione nella Siria meridionale sottolineando che l’esercito siriano e i suoi alleati hanno ripreso l’iniziativa in questa regione di confine. Il documento ritiene che le battaglie nella Siria meridionale potrebbe avere presto un’accelerata.
Nell’articolo si chiede se Israele si limiterà a vedere cosa succede in questa regione o tenterà di agire per evitare che la Siria, Hezbollah e Iran ottengano una vittoria strategica.
L’esperto di questioni militari di Haaretz, Amos Harel afferma che a Israele sta bene la paralisi su questo fronte perché non vuole che l’esercito siriano acquisisca una posizione dominante, ma non vuole che i gruppi armati, le cui azioni sono difficili da prevedere, ottenere un vantaggio nella zona.
D’altra parte, il giornale israeliano sostiene che la possibilità di una caduta dello Stato siriano e del suo presidente, Bashar al Assad, è una cosa del passato e non è più possibile, se non in caso in cui venga assassinato.
Il documento rileva, inoltre, che la caduta di Assad non è una priorità per la maggior parte degli stati occidentali che temono gli effetti del terrorismo nei loro paesi.
Il giornale ritiene che Hezbollah è determinato a mantenere la sua attuale posizione sul confine libanese e siriano. Inoltre, osserva che la presenza dei membri della Guardia Rivoluzionaria sulle Alture del Golan e di confine del Libano con Israele è diventata una realtà e serve anche come deterrente contro ogni azione israeliana contro il programma nucleare iraniano.
(Traduzione di Francesco Guadagni)