Il partito sciita libanese Hezbollah ha annunciato i risultati delle indagini relativi alla morte di uno dei suoi capi, Mustafa Badruddin, noto col soprannome di “Dhu al Faqar”, ucciso in un raid aereo israeliano avvenuto al confine tra Israele e Siria questa settimana. Il movimento sciita ha reso noto che ad uccidere il suo dirigente è stato un “gruppo takfiri attivo in Siria”, riferendosi ai gruppi armati ribelli sunniti, di stampo jihadista, che combattono contro il governo di Bashar al Assad. “Le indagini sulla sua morte – spiega Hezbollah in una nota – ci spingono a continuare la lotta contro i gruppi e le bande criminali presenti in Siria”.
Il partito sciita ha spiegato che Badruddin aveva partecipato alla maggior parte delle operazioni dell’organizzazione politico-militare sciita sin dal 1982 e che è morto martedì scorso, 10 maggio. Il suo nome rientrava nella lista delle persone perseguite a livello internazionale per l’uccisione dell’ex premier libanese, Rafiq al Hariri. In un primo momento si riteneva invece che il capo delle milizie sciite libanesi in Siria fosse stato ucciso in un raid aereo israeliano avvenuto nella provincia di Damasco. Dalle indagini è emerso che la sua morte è stata provocata da un colpo di mortaio lanciato da una milizia islamica sunnita che ha colpito la sede nella quale si trovava e non da un missile di un caccia israeliano.