(Raimondo Schiavone) – Human Rights Watch (HRW) ha pubblicato un rapporto di 179 pagine che accusa Israele di aver deliberatamente privato i palestinesi di Gaza dell’acqua potabile e dei servizi essenziali, causando migliaia di morti. Secondo l’organizzazione, queste azioni costituiscono atti di genocidio, violando la Convenzione sul Genocidio del 1948.
Dall’ottobre 2023, le forze israeliane avrebbero interrotto e poi limitato l’afflusso di acqua verso la Striscia di Gaza, distruggendo infrastrutture idriche e sanitarie e impedendo l’ingresso di materiali per le riparazioni. Il rapporto sottolinea come queste misure abbiano costretto la popolazione a ricorrere a fonti d’acqua contaminate, provocando epidemie letali, in particolare tra i bambini.
Lama Fakih, direttrice della divisione Medio Oriente e Nord Africa di HRW, ha dichiarato:
“Le autorità israeliane hanno deliberatamente inflitto condizioni di vita calcolate per portare alla distruzione di parte della popolazione a Gaza, privando intenzionalmente i civili palestinesi dell’acqua potabile necessaria per la sopravvivenza.”
Israele ha ovviamente respinto le accuse, affermando di aver facilitato l’afflusso di aiuti umanitari e definendo il rapporto “propaganda ostile”. Tuttavia, i fatti parlano chiaro: 1,9 milioni di palestinesi sono stati sfollati su una popolazione totale di 2,2 milioni, e le immagini che arrivano dalla Striscia mostrano un territorio raso al suolo.
Queste denunce arrivano dopo mesi di accuse da parte di altre organizzazioni internazionali. Amnesty International e Médecins Sans Frontières avevano già evidenziato la catastrofe umanitaria in atto, parlando di “sterminio programmato”.
Di fronte a queste prove, la Corte Penale Internazionale ha aperto fascicoli per crimini contro l’umanità e crimini di guerra, mentre alcuni leader politici potrebbero presto ricevere mandati di arresto. Ma la vera domanda è: cosa farà la comunità internazionale?
E ora, attendiamo la reazione del nostro ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Come sempre, difenderà Israele a spada tratta, senza mai ammettere le sue responsabilità. Per lui, ogni accusa è un attacco ingiustificato ai “valori democratici dello Stato ebraico”, mentre i palestinesi continuano a morire sotto le bombe e senza acqua.
Siamo abituati ai soliti copioni: “Israele ha il diritto di difendersi”, “siamo vicini alla popolazione civile” e altre frasi fatte che ormai non convincono più nessuno. La realtà è che l’Italia, come gran parte dell’Occidente, continua a garantire impunità a Tel Aviv, trasformando il diritto internazionale in carta straccia.
Ma per quanto ancora si potrà ignorare il genocidio in corso? Quanti bambini dovranno morire di sete prima che qualcuno abbia il coraggio di chiamare le cose con il loro vero nome?